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Sono Andrea Volpi, appassionato di videogiochi e tecnologia fin da bambino. Top Games è per me uno sfogo e un modo per comunicare raccontando la mia esperienza nel mondo dei videogiochi in maniera molto personale e soggettiva.

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Siti per adulti bloccati in Italia, la soluzione!

C’è una bugia, una piccola, innocente bugia, che ha unito intere generazioni di navigatori del web. Un rito di passaggio digitale, un click quasi pavloviano che tutti, almeno una volta, abbiamo compiuto con la stessa nonchalance con cui si accetta un biscotto. Parliamo, ovviamente, di quel pulsante sacro e profano: “Dichiaro di avere 18 anni”.

Per decenni, è stato il guardiano più distratto e accomodante della storia di Internet, un buttafuori che ti faceva entrare al party anche se ti presentavi in pigiama e con il latte alle ginocchia. Bene, preparatevi a dirgli addio. Dal 12 novembre, quel click non basterà più. L’AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha deciso di erigere un vero e proprio “muro digitale” attorno ai siti con contenuti per adulti, introducendo un sistema di verifica dell’età che promette di essere tanto serio quanto, potenzialmente, macchinoso.

Ma come funzionerà esattamente? È davvero una fortezza impenetrabile o un castello di carte pronto a crollare al primo soffio di vento (o al primo click su una VPN)? Mettetevi comodi, perché stiamo per smontare pezzo per pezzo questa rivoluzione, analizzandone ogni ingranaggio, ogni falla e, soprattutto, ogni scappatoia.

Dal 12 Novembre siti per adulti bloccati in Italia

Il panorama digitale italiano è sull’orlo di una trasformazione epocale, una di quelle che segnano un “prima” e un “dopo” nelle nostre abitudini online. La data da cerchiare in rosso sul calendario è il 12 novembre 2025. A partire da quel giorno, la semplice autocertificazione per accedere a siti web che offrono contenuti per adulti diventerà un ricordo sbiadito, un aneddoto da raccontare ai futuri nipoti digitali. L’era della fiducia incondizionata, o per meglio dire, della voluta ingenuità, è giunta al termine.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha infatti dato il via a una nuova e stringente normativa che impone ai fornitori di tali contenuti l’adozione di sistemi avanzati di verifica dell’età, noti tecnicamente come Age Verification System (AVS). L’obiettivo dichiarato è uno e uno solo: creare una barriera efficace per impedire ai minori l’accesso, anche accidentale, a materiale non adatto alla loro età.

stretta agcom siti per adulti in italia

Si tratta di un’iniziativa che, sulla carta, risponde a una necessità di tutela a lungo dibattuta, ma che nella sua implementazione pratica solleva una miriade di interrogativi sulla privacy, sull’efficacia reale e sulla libertà di navigazione degli utenti maggiorenni.

Questo non è più un semplice filtro; è un vero e proprio muro digitale che sta per essere eretto, mattone dopo mattone, e che cambierà per sempre il modo in cui interagiamo con una porzione significativa del web.

AGCOM Scende in Campo: Chi, Come e Perché?

Per comprendere appieno la portata di questa rivoluzione, è fondamentale analizzare le motivazioni, gli attori coinvolti e le conseguenze dirette di questa nuova delibera. L’intervento dell’AGCOM non è un fulmine a ciel sereno, ma il culmine di un percorso legislativo volto a inasprire le misure di protezione online per i più giovani. Vediamo nel dettaglio i pilastri su cui si fonda questa operazione.

L’Obiettivo Nobile: Proteggere i Minori

Il principio fondante di tutta l’operazione è, senza ombra di dubbio, lodevole. In un mondo in cui l’accesso a Internet è praticamente universale fin dalla tenera età, la protezione dei minori dai contenuti potenzialmente dannosi è diventata una priorità assoluta per legislatori e autorità di tutto il mondo. L’AGCOM, con questa mossa, intende porre un freno alla facilità disarmante con cui, fino ad oggi, chiunque poteva accedere a siti con contenuti espliciti.

La logica è semplice: se per acquistare alcolici o sigarette è necessario un documento, perché per accedere a contenuti riservati a un pubblico adulto dovrebbe bastare un click basato sulla fiducia? L’intento è quello di responsabilizzare i fornitori di servizi, costringendoli a implementare tecnologie che non lascino spazio a dubbi sull’età effettiva dell’utente, trasformando una barriera fittizia in un controllo concreto e verificabile.

controllo dell'identità con lo spid in italia per i siti per adulti

La Lista Nera (o Quasi): 48 Siti nel Mirino, per Ora

L’AGCOM non ha lanciato un avvertimento generico, ma ha agito in modo molto specifico. Ha pubblicato una prima lista contenente 48 tra i più famosi e trafficati siti per adulti a livello globale. Questa lista include tutti i “colossi” del settore, i nomi che chiunque, anche solo per sentito dire, conosce.

Questi 48 portali sono i primi a dover implementare il nuovo sistema di verifica dell’età entro la scadenza del 12 novembre. È importante sottolineare che questa è solo la punta dell’iceberg. La lista è destinata ad allungarsi, includendo progressivamente tutti i siti che rientrano in questa categoria e che operano sul territorio italiano. L’approccio è graduale ma inesorabile: si parte dai pesci grossi per creare un precedente e poi si estende la rete a tutti gli altri.

Le Sanzioni: Dalla Tirata d’Orecchie al Blocco Totale

Cosa succede a chi decide di ignorare le nuove direttive? L’AGCOM ha previsto un sistema sanzionatorio a due stadi, tanto semplice quanto efficace.

  1. L’Avvertimento: In una prima fase, il sito non conforme riceverà un avvertimento formale, una sorta di cartellino giallo che intima l’adeguamento immediato alla normativa.

  2. Il Blocco Totale: Se l’avvertimento viene ignorato, scatta la sanzione più pesante: il blocco totale del sito su tutto il territorio italiano. Questo blocco verrà attuato a livello di DNS (Domain Name System) dagli Internet Service Provider (ISP) italiani. In parole povere, quando un utente in Italia proverà a digitare l’indirizzo del sito, il suo provider di servizi Internet (come TIM, Vodafone, Fastweb, ecc.) impedirà la risoluzione dell’indirizzo, rendendo di fatto la pagina irraggiungibile. È la stessa tecnica utilizzata per bloccare siti di streaming illegale o di scommesse non autorizzate. Una misura drastica che taglia fuori il sito dal mercato italiano.

Il Meccanismo del “Doppio Anonimato”: Come Funzionerà la Verifica?

La domanda che tutti si pongono è: “Ok, ma come faranno a sapere quanti anni ho senza violare la mia privacy? Dovrò mandare la mia carta d’identità a questi siti?”. La risposta, fortunatamente, è no. L’AGCOM ha messo dei paletti molto chiari per proteggere i dati personali degli utenti, vietando sistemi invasivi come il caricamento diretto di documenti sui siti o il riconoscimento facciale tramite selfie.

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La soluzione proposta si basa su un ingegnoso (ma vedremo quanto pratico) sistema chiamato “doppio anonimato”, che si affida a un intermediario di fiducia.

Un Buttafuori Digitale Molto Discreto: La Procedura Passo Passo

Immaginiamo la procedura come un controllo di sicurezza a più livelli, orchestrato per garantire che le informazioni sensibili non vengano mai condivise con chi non deve. Ecco come si svolgerà il processo:

  1. Tentativo di Accesso: L’utente, come sempre, cerca di accedere a uno dei siti inclusi nella lista AGCOM.

  2. Il Reindirizzamento: Invece della solita pagina con il pulsante “Ho 18 anni”, il sito reindirizzerà l’utente verso una piattaforma esterna: un’app di terze parti certificata dall’Autorità.

  3. La Verifica Una Tantum: All’interno di questa app, l’utente dovrà effettuare una procedura di verifica dell’età. Questa operazione andrà fatta una sola volta. Il metodo esatto non è ancora stato definito nei minimi dettagli, ma è molto probabile che si basi su sistemi di identità digitale già esistenti e consolidati, come lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o la CIE (Carta d’Identità Elettronica). In questo modo, l’utente dimostra in modo inequivocabile la propria maggiore età a un ente certificato e autorizzato.

  4. Il Rilascio del Token Anonimo: Una volta completata con successo la verifica, l’app di terze parti non comunicherà i dati anagrafici dell’utente al sito. Al contrario, genererà un “token” digitale. Si tratta di un codice crittografato e anonimo che funziona come un lasciapassare, un gettone virtuale che attesta semplicemente: “Il possessore di questo token è stato verificato come maggiorenne”.

  5. L’Accesso al Sito: Con questo token “in tasca”, l’utente torna al sito per adulti. Il sito non farà altro che verificare la validità del token e, una volta confermata, garantirà l’accesso ai contenuti.

La Magia del Token: Privacy Davvero Garantita?

Il concetto di “doppio anonimato” risiede proprio in questa separazione dei compiti. Analizziamolo per capire i vantaggi teorici:

  • Il Sito per Adulti: Conosce il token che gli avete fornito e sa che siete autorizzati ad entrare. Tuttavia, non ha assolutamente idea di chi voi siate. Non conosce il vostro nome, cognome, data di nascita o codice fiscale. Per lui, siete solo un “utente verificato”.

  • L’App di Terze Parti: Conosce la vostra identità, perché l’avete usata per la verifica iniziale tramite SPID o CIE. Tuttavia, non ha idea di quali siti state visitando. Il suo unico compito è generare il token e confermarne la validità quando interrogata, senza tracciare la vostra navigazione.

Sulla carta, il sistema sembra solido. I dati anagrafici restano confinati presso l’ente certificatore, mentre la cronologia di navigazione resta (o dovrebbe restare) affare privato tra l’utente e il sito finale.

doppio anonimato verifica per adulti

Ma i miei dati sono davvero al sicuro?

Questa è la domanda da un milione di euro. La sicurezza dell’intero sistema dipenderà dalla robustezza e dall’affidabilità di queste app di terze parti. L’AGCOM dovrà stilare un elenco di fornitori certificati che rispettino i più alti standard di sicurezza informatica e le normative sulla privacy, come il GDPR. Il rischio, sempre presente in questi casi, è che un’eventuale falla di sicurezza in una di queste app possa esporre i dati di milioni di utenti. La fiducia che riporremo in questi nuovi “guardiani digitali” dovrà essere guadagnata sul campo, con trasparenza e protocolli di sicurezza inattaccabili.

Una Scocciatura a Scadenza: La Verifica Periodica

Un altro dettaglio non trascurabile è che questo “lasciapassare” digitale non sarà eterno. Per evitare abusi (ad esempio, un minore che usa lo smartphone di un genitore dopo che questo ha effettuato la verifica), il token avrà una data di scadenza. Ciò significa che, periodicamente, l’utente dovrà ripetere la procedura di autenticazione tramite l’app di terze parti per rinnovare il proprio accesso. Sebbene sia una misura di sicurezza comprensibile, aggiunge un ulteriore livello di complessità e di “scocciatura” per l’utente finale, che potrebbe trovare l’intero processo eccessivamente farraginoso.

Un Muro Pieno di Buchi: Le Criticità del Sistema AGCOM

Se l’intenzione è nobile e l’architettura tecnica interessante, la sua applicazione nel mondo reale rischia di scontrarsi con la natura stessa di Internet e con il comportamento umano. Un’analisi più approfondita rivela diverse criticità che potrebbero non solo vanificare gli sforzi dell’AGCOM, ma addirittura peggiorare la situazione che si intende risolvere.

L’Effetto Louisiana: La Pigrizia Umana Vince Sempre

Negli Stati Uniti, lo stato della Louisiana ha introdotto una legge molto simile, obbligando i principali siti per adulti a verificare l’età tramite documenti. Il risultato? Un crollo verticale del traffico su questi portali, stimato attorno all’80%. Questo fenomeno, ribattezzato “Effetto Louisiana”, dimostra una semplice verità: di fronte a un ostacolo, anche se superabile, la maggior parte degli utenti sceglie la via più semplice, ovvero andare altrove.

È molto probabile che lo stesso accada in Italia. La procedura, per quanto sicura, è indubbiamente più complessa di un singolo click. Molti utenti maggiorenni, per pigrizia, per diffidenza nel condividere i propri dati (anche con un ente certificato) o semplicemente per non voler “perdere tempo”, abbandoneranno i siti regolamentati. Questo non significa che smetteranno di cercare certi contenuti, ma semplicemente che li cercheranno altrove.

L’Effetto Materasso ad Acqua: Spostare il Problema, non Risolverlo

Questa è forse la critica più pesante all’intero impianto. Se si preme su un lato di un materasso ad acqua, l’acqua non scompare, si sposta semplicemente dall’altra parte. Allo stesso modo, bloccando o rendendo più difficile l’accesso ai 48 siti più grandi e (paradossalmente) più sicuri e controllati, si spingerà un’enorme fetta di utenza verso le zone d’ombra di Internet.

Gli utenti, inclusi i minori più smaliziati, migreranno verso siti più piccoli, meno noti, non ancora inseriti nella lista dell’AGCOM e, soprattutto, spesso molto più pericolosi. Parliamo di portali che non hanno alcun interesse a proteggere i propri utenti, pieni di malware, tentativi di phishing, truffe e contenuti illegali.

In questo scenario, un’iniziativa nata per proteggere finisce per esporre gli utenti a rischi ben maggiori. Si combatte un problema noto e circoscritto, spingendo le persone verso un universo di problemi sconosciuti e incontrollabili.

L’Elefante nella Stanza: Le VPN, la Scappatoia Definitiva

Infine, c’è la critica più tecnica, quella che rende l’intero “muro digitale” dell’AGCOM simile alla Linea Maginot: è imponente, ma facilmente aggirabile. La soluzione si chiama VPN (Virtual Private Network).

Cos’è una VPN e Perché Rende Inutile il Blocco?

Per i non addetti ai lavori, una VPN è un servizio che crea un “tunnel” crittografato per la propria connessione a Internet, facendola “uscire” da un server situato in un’altra parte del mondo. Se vi connettete a un server VPN in Germania, per tutti i siti che visitate sarà come se vi steste connettendo dalla Germania.

Il blocco imposto dall’AGCOM è un blocco geografico, valido solo per le connessioni provenienti dall’Italia. Appare evidente come, attivando una VPN, l’intero sistema di verifica e blocco venga bypassato in un istante. Il sito non riconoscerà la connessione come italiana e, di conseguenza, non attiverà alcuna procedura di verifica dell’età, presentando la classica pagina con il buon vecchio pulsante “Ho 18 anni”.

La Soluzione a Portata di Click

Servizi come NordVPN, ExpressVPN, Surfshark e molti altri sono diventati di uso comune, facili da installare e relativamente economici. Con un paio di click, chiunque, inclusi i minori che si vuole proteggere, può simulare una connessione da un altro paese e navigare liberamente, rendendo di fatto la nuova normativa completamente inefficace per chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la tecnologia.

Pensare di bloccare i contenuti nel 2023 con un filtro geografico è come cercare di svuotare il mare con un secchiello.

Ma Quindi, a Chi Giova Veramente Questa Legge?

Alla luce di queste criticità, la domanda sorge spontanea. Se il sistema è macchinoso al punto da allontanare gli utenti, se spinge il traffico verso lidi più pericolosi e se è facilmente aggirabile con uno strumento alla portata di tutti, qual è la sua reale utilità? È difficile non essere scettici.

Da un lato, c’è l’apparenza di un’azione forte e decisa a tutela dei minori, una mossa che a livello politico e mediatico può avere il suo peso. Dall’altro, c’è una realtà tecnica e comportamentale che ne mina le fondamenta.

Viene da chiedersi se questa complessa infrastruttura, che richiederà la creazione e la certificazione di nuove app e sistemi di verifica, non finisca per essere più un’opportunità di business per le aziende che forniranno questi servizi che una soluzione concreta a un problema reale. Una soluzione che, nel tentativo di mettere una pezza, rischia di squarciare il tessuto, creando problemi più grandi di quelli che intendeva risolvere.

L’impressione è quella di una misura pensata più per mostrare di “aver fatto qualcosa” che per fare la cosa giusta, una decisione che ignora le dinamiche fondamentali del web e che, alla fine, potrebbe rivelarsi un clamoroso e costoso buco nell’acqua.

È la fine della libertà per come la conosciamo?

E voi, cosa ne pensate di questa rivoluzione targata AGCOM? Credete che sia un passo necessario per la protezione dei minori o un’inutile complicazione che, come abbiamo visto, presenta più falle di uno scolapasta? Il sistema di doppio anonimato vi convince o temete per la vostra privacy? E soprattutto, quanti di voi hanno già pronta una VPN per continuare a navigare come hanno sempre fatto?

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