venerdì, Novembre 7, 2025
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Andrea Volpi - Top Games
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Sono Andrea Volpi, appassionato di videogiochi e tecnologia fin da bambino. Top Games è per me uno sfogo e un modo per comunicare raccontando la mia esperienza nel mondo dei videogiochi in maniera molto personale e soggettiva.

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Il Sequel di Dante’s Inferno esisteva

Avete presente quella sensazione di vuoto, quel “continua…” che vi lascia appesi a un filo per anni, trasformando un finale aperto in una ferita mai rimarginata? Per i fan di Dante’s Inferno, quel vuoto dura da quasi quindici anni. Il viaggio del crociato Dante Alighieri attraverso i nove gironi dell’Inferno si concluse con un cliffhanger colossale, promettendo un’avventura ancora più grande che, purtroppo, non è mai arrivata. Un mistero, una leggenda metropolitana del gaming sepolta negli archivi di Electronic Arts.

Fino ad oggi.

Grazie a una fuga di notizie senza precedenti, che include uno script completo di 240 pagine, concept art e documenti interni, siamo finalmente in grado di fare luce su uno dei più grandi “what if” della storia dei videogiochi. Allacciate le cinture, perché stiamo per scendere (o meglio, salire) nei dettagli di Dante’s Purgatorio, il sequel cancellato che avrebbe potuto cambiare tutto. E fidatevi, la storia è molto più folle e ambiziosa di quanto abbiate mai osato immaginare.

Un Progetto Maledetto: L’Eredità Incompiuta di Dante’s Inferno

Prima di tuffarci nelle fiamme del Purgatorio, facciamo un passo indietro. Era il 2010 e Visceral Games, lo studio che ci aveva terrorizzati con Dead Space, lanciava Dante’s Inferno. Un action hack-and-slash brutale, viscerale e sfacciatamente ispirato al God of War dell’epoca. Il gioco vedeva un Dante crociato, tutt’altro che il poeta stilnovista, farsi strada nell’Inferno a colpi di falce (rubata alla Morte in persona, tanto per gradire) per salvare l’anima della sua amata Beatrice dalle grinfie di Lucifero.

dante's inferno 2 il sequel cancellato

Nonostante le accuse di essere un “clone” di Kratos, il gioco si ritagliò una solida base di fan, affascinati dalla sua direzione artistica grottesca, dalla rappresentazione terrificante dei gironi infernali e da un gameplay solido e appagante.

Il finale, poi, fu una vera e propria bomba: dopo aver sconfitto Lucifero, Dante si ricongiunge con Beatrice, ma per redimere i propri peccati deve affrontare una nuova prova: scalare il Monte Purgatorio. Il gioco si chiude con Dante che emerge da una caverna, strappandosi dal petto un sudario a forma di croce che, cadendo a terra, si trasforma in un serpente. La risata di Lucifero riecheggia nell’aria. “To be continued…”.

Quel “continua” non è mai arrivato. Per oltre un decennio, il destino di Dante è rimasto un mistero. Si sapeva che un sequel era stato pianificato, ma i dettagli erano inesistenti.

Ora, grazie a una mole impressionante di documenti interni trapelati, possiamo finalmente ricostruire il puzzle e svelarvi non solo la trama, ma l’intera, ambiziosissima visione che Visceral Games aveva per la sua trilogia. Una visione che, se realizzata, avrebbe trasformato un solido action game in una saga epica e indimenticabile.

Dante’s Purgatorio: L’Ambiziosa Visione di Visceral Games

L’obiettivo di Visceral non era semplicemente “fare un altro Dante’s Inferno”. L’ambizione era quella di compiere un salto qualitativo enorme, un’evoluzione paragonabile a quella che separava il primo Assassin’s Creed dal suo acclamatissimo sequel. Il team di sviluppo voleva scrollarsi di dosso l’etichetta di “clone” e creare un’identità unica e rivoluzionaria.

dante's purgatorio sequenza di lucia sequel cancellato

“Il primo gioco era pesantemente influenzato da God of War,” ha dichiarato un ex dipendente di Visceral. “Quando stavamo lavorando al secondo, Uncharted 2 stava avendo un’enorme influenza sui giochi single player: le cutscene e i quick time event venivano sostituiti da sequenze di gameplay scriptate in cui il giocatore aveva il pieno controllo del personaggio.”

Questa filosofia si sarebbe tradotta in un’esperienza molto più fluida e immersiva. L’idea di Jonathan Knight, creative director del gioco originale, era chiara: basta con la formula “arena, combattimento, corridoio, nuova arena”. Il suo desiderio era creare ambienti naturali, credibili, che dessero al giocatore un vero senso di progressione e scoperta, abbandonando la struttura arcade del primo capitolo.

La trama stessa avrebbe subito un’evoluzione, mescolando la Divina Commedia con un’altra opera epica, il Paradiso Perduto di John Milton, che dipinge un Lucifero moralmente più ambiguo e complesso rispetto al classico “cattivo” monodimensionale.

Scalare il Purgatorio: Un Gameplay Rivoluzionario

L’intera campagna di Dante’s Purgatorio si sarebbe svolta sull’imponente Monte Purgatorio, descritto come “l’inverso dell’Inferno”. Nove terrazze da scalare, ognuna a tema con uno dei sette vizi capitali, con un cancello alla base e il Giardino dell’Eden sulla vetta irraggiungibile. Questa struttura verticale avrebbe introdotto la meccanica più innovativa del gioco.

“Meglio di Uncharted”: L’Arrampicata come Mai Vista Prima

La traversata sarebbe diventata una componente fondamentale dell’esperienza. L’ambizione di Jonathan Knight era audace: “Voglio che questo sia il miglior gioco di arrampicata in circolazione, migliore di Uncharted o Tomb Raider.” A differenza di quei titoli, dove il personaggio si “incolla” alle sporgenze, l’arrampicata in Purgatorio doveva essere un’esperienza tesa e adrenalinica. L’idea era quella di tenere il giocatore costantemente sulle spine, infondendo un “reale senso di vertigine”.

dante's inferno versioni di dante durante l'ascesa

Le sezioni di climbing sarebbero state concepite come veri e propri puzzle ambientali. Il giocatore avrebbe dovuto cercare attivamente appigli, evitare rocce che si sgretolavano sotto il suo peso e schivare gli attacchi a distanza dei nemici appollaiati sulle sporgenze. Un sistema dinamico e pericoloso, che avrebbe trasformato la scalata del monte in una sfida costante, ben lontana dalle passeggiate guidate di altri esponenti del genere.

Poteri Spirituali e Architettura Angelica

Dante avrebbe mantenuto la sua iconica falce e la croce, ma il suo arsenale si sarebbe arricchito con una serie di nuove abilità spirituali, sbloccabili progredendo nella campagna. Per utilizzarle, il giocatore avrebbe dovuto riempire una “Barra della Fede” per entrare in “Modalità Spirito”, una sorta di power-up che trasformava Dante in una versione eterea di sé stesso.

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Le nuove abilità includevano:

  • Salto Spirituale: Un balzo potenziato per coprire distanze enormi, fondamentale per la traversata verticale.

  • Possessione: La capacità di prendere il controllo dei nemici, trasformandoli in alleati temporanei o usandoli per risolvere enigmi.

  • Schivata e Scatto Spirituale: Movimenti evasivi e di accelerazione per un combattimento più dinamico.

  • Ali Angeliche: Durante le boss fight più spettacolari, Dante avrebbe potuto far spuntare delle ali angeliche di pura luce, permettendogli di volare e combattere nei cieli.

A completare il quadro, Dante avrebbe sbloccato la capacità di rivelare l’Architettura Angelica, strutture invisibili ai mortali che avrebbero aperto nuovi percorsi e segreti nell’ambiente, incentivando l’esplorazione e la rigiocabilità.

La Trama Completa di Dante’s Purgatorio: Un Viaggio dall’Eden all’Inferno (di nuovo)

Preparatevi, perché la sceneggiatura di Joshua Rubin (Assassin’s Creed 2) era un concentrato di epicità, colpi di scena e tradimenti degni di una tragedia shakespeariana. Ecco, passo dopo passo, come si sarebbe svolta l’intera avventura.

Atto I: La Fuga dall’Inferno e l’Inizio della Guerra

Il gioco si sarebbe aperto con una sequenza onirica nel Giardino dell’Eden. Dante si risveglia accanto a Beatrice, che culla la loro figlioletta. Un momento di pace idilliaca che si trasforma rapidamente in un incubo: Beatrice si trasforma di nuovo nella Regina dell’Inferno, parlando con la voce di Lucifero, e Dante precipita in un abisso.

Tornati alla realtà, la storia riprende esattamente da dove si era interrotta. Sulle rive del Purgatorio, Dante strappa dal suo petto il sudario a forma di croce (simbolo dei suoi peccati) che, a sua insaputa, si trasforma in un serpente rosso e striscia via. È così che Lucifero, sconfitto ma non annientato, riesce a tornare.

la trama di dante's inferno 2

Dante incontra Catone, guardiano del Purgatorio, che sta accogliendo le anime penitenti, tra cui Francesco, il fratello di Beatrice. Quando Dante cerca di seguirlo, Catone lo blocca, percependo “l’oscurità dell’Inferno” in lui. Durante lo scontro, il serpente rosso fuoriesce dalla bocca di Catone, spaccandogli il volto e aprendo una crepa infuocata sulla spiaggia. È l’inizio dell’invasione. L’esercito di Lucifero emerge dalle profondità per conquistare il Purgatorio.

La reazione del Cielo non si fa attendere. L’Arcangelo Michele, osservando la scena dall’alto, invia le sue legioni angeliche a bordo di “dirigibili celesti”. Il Purgatorio diventa un campo di battaglia caotico, una guerra totale tra angeli e demoni, con Dante intrappolato nel mezzo. Qui avviene il primo scontro importante: Dante affronta Lilith, prima moglie di Adamo e ora braccio destro di Lucifero, e dopo averla sconfitta le sottrae la sua falce.

Atto II: L’Ascesa tra Peccato e Redenzione

È a questo punto che entra in scena Santa Lucia, l’angelo custode di Dante, che lo salva da un dirigibile in fiamme insegnandogli il Salto Spirituale. Lucia gli rivela una verità sconcertante: l’intera invasione fa parte di un piano divino, un disegno orchestrato da Dio stesso per permettere a Dante di sconfiggere Lucifero una volta per tutte.

Il problema? Dio si è “dimenticato” di avvisare Michele. L’arcangelo, temendo il peggio, decide di prendere una misura drastica: chiudere le Porte del Paradiso. Questa azione irrevocabile intrappolerebbe non solo Lucifero, ma anche le anime meritevoli come Beatrice. La missione di Dante diventa una corsa contro il tempo: trovare Beatrice e portarla in cima al monte prima che le porte si sigillino per sempre.

Per aiutarlo, Lucia evoca un vecchio amico: Virgilio. Liberato temporaneamente dal Limbo, il poeta romano si unisce a Dante, con la promessa della salvezza eterna in caso di successo. Per accedere al Purgatorio vero e proprio, però, i due devono affrontare il Vicario di San Pietro, un angelo colossale con cinque ali usate come zampe, simile a un ragno gigante. Nonostante le proteste di Virgilio, Dante è costretto a ucciderlo, finendo sulla lista nera di ogni angelo del creato.

la sequenza di lucia in dante's purgatorio

Da qui, il gioco avrebbe seguito un ritmo preciso. Su ogni terrazza, Dante avrebbe affrontato le anime penitenti e, soprattutto, i propri demoni interiori. In specifiche Grotte della Visione, avrebbe rivissuto in “cutscene giocabili” i momenti del suo passato in cui aveva ceduto ai sette vizi capitali. In queste sequenze, il giocatore avrebbe controllato un Dante in forma di spirito, per poi combattere una personificazione grottesca del proprio peccato. Un modo geniale per approfondire il personaggio e giustificare i power-up ottenuti da Santa Lucia dopo ogni vittoria.

Su una di queste terrazze, Dante viene attaccato dall’Arcangelo Gabriele. Scettico sulla missione di Dante, lo sfida, ma dopo aver assistito ai suoi poteri spirituali, si convince che Dante sia davvero il prescelto di Dio. Da quel momento, gli angeli di Gabriele combatteranno al fianco del giocatore.

Poco dopo, Dante ritrova finalmente Beatrice, che lo accoglie, comprensibilmente, con un pugno in faccia. Ancora furiosa per gli eventi del primo gioco, accetta di seguirlo solo dopo aver saputo dell’imminente chiusura delle porte. Insieme, entrano in una Grotta della Visione dove rivivono il tradimento di Dante durante le crociate e la successiva, rabbiosa decisione di Beatrice di sposare Lucifero.

Atto III: Apocalisse sul Monte e la Battaglia Finale

La situazione precipita quando appare Uriele, un altro arcangelo. Avendo scoperto che né Michele né Gabriele sentono la voce di Dio da eoni, si sente tradito e, in un impeto di rabbia, decapita Gabriele con la sua spada fiammeggiante. Uriele passa ufficialmente dalla parte del male.

Nel caos che ne consegue, Dante si ritrova faccia a faccia con Lucifero. Ma non per combattere. Il Signore dell’Inferno è lì per ringraziarlo. “Non stai compiendo il piano di Dio,” sogghigna, “sei solo una pedina nel mio.” Lucifero rivela di aver manipolato ogni singolo evento della sua vita, dalla crociata alla discesa all’Inferno, per portarlo esattamente a quel punto. Dubbio e disperazione si insinuano nell’animo di Dante.

Le terrazze successive (Accidia, Avarizia, Gola) sono ormai dei gironi infernali in terra, devastate dalla guerra. Dante e Virgilio si fanno strada attraverso set-piece spettacolari:

  • Scontro finale con Lilith, che, abbandonata da Lucifero, cerca vendetta.

  • Battaglia contro un Phlegyas, un demone di fuoco colossale che scala il monte, in una sequenza che ricorda i Titani di God of War 3.

  • Salvataggio di Virgilio, imprigionato su un Albero della Conoscenza corrotto dall’Inferno.

Sulla terrazza della Lussuria, l’ultima, Dante e Virgilio raggiungono l’esercito di Lucifero. Dopo aver affrontato l’ultimo dei suoi peccati (con tanto di… ehm… QTE amoroso), Santa Lucia li recupera con un dirigibile. Ma Uriele li attacca. Nello scontro, Virgilio si sacrifica per salvare Dante, che, infuriato, ingaggia una battaglia aerea contro l’arcangelo traditore, facendosi spuntare le ali e uccidendolo.

Boss Finale: Lucifero nel Giardino dell’Eden in Fiamme

Raggiunto finalmente l’Eden, Dante aiuta gli angeli a respingere l’orda demoniaca in una fase tower-defense. Ma la pace dura poco. Michele scende dal cielo e, convinto che Dio lo abbia abbandonato in favore di Dante, cattura Beatrice e ordina ai suoi campioni di uccidere il crociato.

La battaglia viene interrotta da Lucifero, che appare trionfante con la testa decapitata di Santa Lucia. Di fronte alla minaccia comune, Michele stringe un patto con Dante: se sconfiggerà Lucifero, lascerà passare Beatrice.

Inizia la battaglia finale, descritta come un “colossale scontro multi-stadio” nel mezzo di un Giardino dell’Eden in fiamme. Lucifero, la cui forza aumenta avvicinandosi al Paradiso, scatena il potere degli elementi: evoca fulmini, crea tornado, spara fiamme e scaglia alberi come giavellotti. L’ultima fase si svolge nei cieli, in una sequenza descritta come “la battaglia aerea tra Superman e il Generale Zod in Superman II“. Alla fine, Dante sconfigge il nemico possedendolo e costringendolo a sventrarsi con la sua stessa falce.

Il Colpo di Scena Definitivo: Un Cliffhanger da Infarto

Lucifero è sconfitto. Michele mantiene la promessa e apre le porte del Paradiso. Dante e Beatrice stanno per entrare, quando, con uno shock totale, Beatrice si gira e sgozza Michele. Fumo nero esce dalla sua bocca: Lucifero si materializza, rivelando di averla posseduta per tutto il tempo. Ringraziando Dante per l’ultima volta per avergli aperto la via, gli strappa la falce di mano e lo calcia giù dal Paradiso.

dante's purgatorio tutta la storia del gioco cancellato

Dante precipita. Oltre l’Eden, oltre il Purgatorio, oltre l’Inferno, fino a schiantarsi sul lago ghiacciato del Cocito. È sconfitto, solo, tradito. Ma mentre giace a terra, una luce dorata illumina le profondità infernali. Lo spirito di Santa Lucia scende dal cielo e gli sussurra parole che cambiano tutto: “Non temere, Dante. Anche questo fa parte del piano di Dio.”

Fine di Dante’s Inferno 2.

Dante’s Paradiso: L’Invasione del Cielo e la Fine della Saga

Ebbene sì, c’era un piano anche per il terzo capitolo, Dante’s Paradiso. Il vero, folle piano di Dio era quello di distruggere l’intero sistema dell’aldilà, ritenuto corrotto, burocratico e ingiusto. Voleva abbattere tutto e ricostruire un nuovo ordine basato unicamente sull’amore. E l’unico modo per farlo era usare un uomo, Dante, come un martello per frantumare le fondamenta del Paradiso e dell’Inferno.

Il terzo gioco si sarebbe spostato sulla Terra, con gran parte dell’azione ambientata nella Firenze medievale. Questa volta, il ruolo dell’invasore sarebbe toccato a Dante. Insieme a sua figlia (nata mentre lui era alle crociate), avrebbe guidato un esercito di umani e angeli fedeli per dare l’assalto al Paradiso, affrontare Lucifero un’ultima volta e salvare, finalmente, Beatrice.

Perché Dante’s Inferno 2 Non Vide Mai la Luce? Il Chiodo Finale nella Bara

Guardare indietro a questo progetto è agrodolce. Dante’s Purgatorio era un concentrato di potenziale inespresso. “Ci vuole un intero gioco perché un team si amalgami,” riflette lo sceneggiatore Joshua Rubin. “Spesso, è solo nel secondo gioco che le cose prendono davvero vita.”

Purtroppo, il chiodo finale sulla bara di questa ambiziosa trilogia fu piantato da EA stessa. In quegli anni, il publisher stava spostando aggressivamente il suo focus verso i “giochi come servizio” e le esperienze online, vedendo i titoli puramente single-player come un rischio finanziario. I risultati commerciali non entusiasmanti di altri giochi Visceral, come Dead Space 3, e la successiva, tragica chiusura dello studio nel 2017, hanno garantito che il viaggio di Dante rimanesse per sempre incompiuto.

L’eredità di questo progetto, però, non è andata del tutto perduta. Le idee, le lezioni e il talento delle persone che ci hanno lavorato sono confluite in altri capolavori, da Uncharted 3 al nuovo God of War. Lo spirito di Dante’s Inferno 2 vive, in un certo senso, proprio in quei giochi che, paradossalmente, erano stati la sua fonte d’ispirazione.

Ci sarà mai spazio per Dante’s Inferno 2?

E voi cosa ne pensate? Questa ricostruzione vi ha fatto venire voglia di giocare a Dante’s Purgatorio? Credete che un progetto così ambizioso avrebbe avuto successo o sarebbe stato un flop colossale? E soprattutto, dopo aver letto tutto questo, siete più arrabbiati di prima con EA?

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