Dimenticatevi i Souls-like compassati, le schivate al millesimo di secondo per poi sferrare un singolo, misero colpetto. Dimenticatevi la gestione certosina della stamina che vi lascia ansimanti dopo due capriole.
L’Xbox Partner Preview ha sganciato una bomba a orologeria chiamata Tides of Annihilation e, a giudicare dal gameplay mostrato, il suo timer è impostato per far saltare in aria ogni nostra concezione di “action game”.
Sviluppato dal team cinese di Eclipse Glow Games, questo titolo in Unreal Engine 5 si presenta come un ibrido sfacciato e ambizioso, un figlio illegittimo nato da una notte di passione tra la saga di Bayonetta e il film Inception. Preparatevi, perché quello che abbiamo visto non è un semplice gioco d’azione: è un’ode al caos controllato, un balletto di distruzione così spettacolare da far sembrare una rissa da bar un’opera di alta arte.
Allacciate le cinture, affilate le lame spettrali e tuffatevi con noi in questa analisi dettagliata di Tides of Annihilation, il gioco che promette di rompere lo specchio della normalità videoludica.
Tides of Annihilation: Quando Re Artù Incontra The Matrix a Londra
Prima di tuffarci a capofitto nelle combo aeree e nelle esplosioni cosmiche, facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire dove diavolo siamo finiti. L’ambientazione di Tides of Annihilation è tanto affascinante quanto catastrofica.
Immaginate la Londra che conosciamo, con i suoi iconici monumenti e le sue strade trafficate, ora ridotta a un cumulo di macerie. Il motivo? Un’invasione improvvisa e devastante proveniente da un’altra dimensione, un regno mitologico che sembra essere nientemeno che la leggendaria Avalon.
Questa collisione tra mondi non ha solo distrutto la città, ma ha letteralmente fratturato la realtà, creando un paesaggio surreale dove grattacieli moderni si fondono con architetture medievali e creature spettrali vagano per le strade.
Una Trama tra Mito e Post-Apocalisse
In questo scenario da incubo, vestiamo i panni di Gwendolyn, l’ultima sopravvissuta umana della capitale britannica. Ma Gwendolyn non è una semplice superstite in cerca di scatolette di fagioli. È una guerriera, descritta come l’ultimo Cavaliere della Tavola Rotonda rimasto, e la sua non è una missione di sopravvivenza, ma di salvezza e vendetta.
Il suo obiettivo primario è salvare sua sorella, rapita durante l’invasione, ma per farlo dovrà imbarcarsi in una quest che definire “epica” sarebbe riduttivo: trovare il Sacro Graal. Secondo la premessa, questo mitico artefatto è l’unica cosa in grado di ripristinare l’equilibrio tra i mondi e fermare la fusione completa di Avalon con la nostra realtà, un evento che porterebbe all’annientamento totale.
Questa fusione tra il ciclo arturiano e un’ambientazione post-apocalittica moderna è senza dubbio uno degli aspetti più intriganti del gioco. Non si tratta solo di inserire nomi famosi come Lamorak o Morgan Le Fay in un contesto diverso; si tratta di reimmaginare l’intera mitologia.
Come sono arrivati questi esseri nel nostro mondo? Cosa è successo ai Cavalieri originali? E chi è il “Re Bianco” menzionato nei dialoghi, il cui potere sembra corrompere e distorcere la realtà stessa? Il potenziale narrativo è enorme, e gli sviluppatori di Eclipse Glow Games hanno dichiarato di voler esplorare anche figure meno conosciute del folklore arturiano, dando loro nuova vita e nuovi ruoli in questo conflitto dimensionale.
La speranza è che la narrazione sia all’altezza della spettacolarità del gameplay, offrendo un racconto avvincente che vada oltre il semplice pretesto per menare le mani.
Gwendolyn: L’Ultima Speranza con la Voce di Shadowheart
A dare vita alla nostra eroina non è una voce qualunque. A interpretare Gwendolyn è Jennifer English, l’attrice che ha prestato la sua voce a un personaggio amatissimo dalla comunità videoludica recente: Shadowheart di Baldur’s Gate 3. Questa scelta di casting suggerisce una volontà da parte degli sviluppatori di conferire a Gwendolyn una certa profondità emotiva.
Non sarà solo una macchina da guerra inarrestabile, ma un personaggio con un fardello pesante sulle spalle, spinto da un legame personale fortissimo (il salvataggio della sorella) e da un senso del dovere quasi impossibile da sostenere. Sarà interessante vedere come la sua personalità si evolverà nel corso del gioco, passando dalla disperazione di essere l’ultima umana in una città fantasma alla determinazione di una guerriera che brandisce poteri divini.
Il design del personaggio, un mix di abiti moderni e armature fantasy, riflette perfettamente la dualità del mondo in cui si muove, rendendola un’icona visiva potente e immediatamente riconoscibile. La sua agilità e la sua grazia letale in combattimento la pongono già nell’olimpo delle protagoniste action più promettenti degli ultimi anni.
Il Gameplay: Un Balletto di Morte a Ritmo Smodato
Arriviamo al cuore pulsante di Tides of Annihilation: il combattimento. Se il trailer di annuncio di febbraio ci aveva incuriosito, il nuovo gameplay dedicato alla boss fight contro Tyronoe ci ha letteralmente inchiodati alla sedia.
Mettiamolo in chiaro subito: chi si aspettava un approccio metodico e punitivo in stile Soulslike può tranquillamente cambiare canale. Qui siamo nel regno degli “stylish action”, un territorio dominato da giganti come Bayonetta e Devil May Cry, e Tides of Annihilation non solo entra in questo club esclusivo, ma lo fa calciando la porta e con una colonna sonora epica in sottofondo.
Combat System: Più Bayonetta che Dark Souls
Il sistema di combattimento è visibilmente incentrato sulla fluidità, la velocità e, soprattutto, lo stile. Gwendolyn si muove con una grazia felina, alternando schivate fulminee a combo aeree che sembrano sfidare le leggi della fisica. Il ritmo è indiavolato. Non c’è un momento di tregua.
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🔔 Iscriviti al canaleIl gioco incoraggia attivamente il giocatore a rimanere in movimento, a concatenare attacchi su attacchi, a passare da un nemico all’altro senza mai toccare terra. L’enfasi è tutta sulla “chain”, sulla capacità di estendere le proprie combo il più a lungo possibile, mescolando attacchi leggeri, pesanti, abilità speciali e, come vedremo, l’intervento dei nostri compagni spettrali.
L’ispirazione a Bayonetta è palese, non solo nel ritmo ma anche in alcune meccaniche. Sebbene non sia stato mostrato esplicitamente un “Witch Time”, la capacità di schivare all’ultimo secondo per poi contrattaccare con ferocia sembra essere una componente fondamentale del flusso di combattimento.
A differenza dei titoli FromSoftware, dove ogni azione va ponderata per non esaurire la stamina, qui l’unico limite sembra essere la fantasia (e l’abilità) del giocatore nel creare sequenze di attacchi sempre più complesse e spettacolari. Preparatevi a mandare in pensione le articolazioni dei vostri pollici, perché questo gioco sembra richiedere una destrezza non indifferente.
Fluidità, Combo Aeree e un Ritmo Infernale
Un aspetto che salta subito all’occhio è la verticalità del combattimento. Gwendolyn non è confinata al suolo. Con un semplice attacco può lanciare in aria i nemici e continuare a colpirli in una giostra di calci, fendenti e proiettili magici. Il trailer mostra sequenze in cui la protagonista e il boss si scontrano a mezz’aria, trasformando l’arena in un campo di battaglia tridimensionale.
Questa libertà di movimento, unita alla velocità degli scambi, crea un senso di potenza e controllo che è la quintessenza del genere stylish action. Ogni schivata si trasforma in un’opportunità di riposizionamento, ogni parata in un’apertura per un contrattacco devastante. L’interfaccia, minimalista e pulita, lascia che sia l’azione a parlare, con esplosioni di particellari, scie di luce e animazioni esagerate che riempiono lo schermo in un tripudio visivo.
Non Solo Tasti a Caso: La Profondità Strategica
Sarebbe un errore, però, pensare che Tides of Annihilation sia solo un gioco in cui premere tasti a casaccio. Sotto la superficie di questa spettacolarità caotica si cela una profondità strategica notevole, incarnata dalla sua meccanica più originale: il Dual Frontline Battle System.
Questo sistema eleva il combattimento da un semplice “hack ‘n’ slash” a qualcosa di molto più complesso e personalizzabile, richiedendo al giocatore non solo riflessi pronti, ma anche una mente tattica. La vera sfida non sarà solo colpire il nemico, ma farlo nel modo più efficiente e creativo possibile, sfruttando un intero arsenale di abilità che va ben oltre la sola Gwendolyn.

L’Innovazione Chiave: Il Dual Frontline Battle System Spiegato nel Dettaglio
Se c’è una cosa che distingue Tides of Annihilation da tutti gli altri esponenti del genere, è proprio il Dual Frontline Battle System. Questa non è la classica meccanica di “evocazione” in cui un compagno controllato dall’IA appare, fa il suo compitino e scompare. Qui siamo di fronte a un sistema integrato, profondo e dinamico, che trasforma i Cavalieri della Tavola Rotonda da semplici “pet” a vere e proprie estensioni del moveset del giocatore.
Evocare i Cavalieri della Tavola Rotonda: Come Funziona?
Come spiegato dal lead producer Kun Fu, Gwendolyn può equipaggiare fino a due set di cavalieri spettrali, per un totale di quattro alleati pronti a scendere in campo in qualsiasi momento. Ogni cavaliere ha un ruolo e abilità uniche. Possiamo immaginare un cavaliere specializzato in attacchi pesanti per rompere la guardia dei nemici, un altro focalizzato sulla difesa in grado di generare scudi protettivi, e magari un altro ancora con poteri di supporto, come rallentare il tempo o curare Gwendolyn.
La vera genialata sta nella possibilità di “switchare” tra questi cavalieri al volo, persino nel bel mezzo di una combo. Immaginate la scena: iniziate una sequenza di attacchi con Gwendolyn, la lanciate in aria, evocate un cavaliere che la tiene sospesa con una raffica di colpi, cambiate cavaliere per scatenare un’esplosione ad area e infine tornate a controllare Gwendolyn per concludere con un attacco finale devastante.
Le possibilità di concatenazione sembrano virtualmente infinite e daranno ai giocatori più creativi gli strumenti per creare uno stile di combattimento unico. Questo sistema non è solo un “plus”, ma il fulcro dell’esperienza di gioco, un puzzle tattico da risolvere in tempo reale mentre si schivano proiettili grandi come un’automobile.
Sir Lamorak e la Meccanica dello Specchio: Genio o Caos?
Il nuovo trailer ha alzato ulteriormente l’asticella, introducendo una variante ancora più folle di questo sistema. Durante la boss fight contro Tyronoe, la strega crea una dimensione speculare, un “Folded Realm” che separa fisicamente Gwendolyn dal suo bersaglio.
È qui che entra in gioco Sir Lamorak. Invece di apparire semplicemente al fianco di Gwendolyn, Lamorak si manifesta dall’altra parte dello specchio, combattendo in parallelo nella dimensione alternativa.
Inizialmente, il suo ruolo è quello di interferire con gli attacchi di Tyronoe e creare un’apertura per noi, lanciando la sua lancia attraverso la barriera dimensionale. Gwendolyn può afferrarla e usarla per “frantumare” lo specchio, riunendo i due regni.
Ma il bello arriva dopo. In una fase successiva dello scontro, il trailer mostra Gwendolyn che assorbe il potere di Lamorak, permettendo al giocatore di controllarli entrambi simultaneamente.
Questa meccanica di “doppio controllo” è qualcosa di raramente visto nel genere e promette un livello di multitasking e coordinazione da far girare la testa. Sarà una sfida impegnativa da padroneggiare, ma le potenziali soddisfazioni, in termini di efficacia e spettacolarità, sono immense.
Analisi della Boss Fight: Il Traghettatore Tyronoe
La battaglia contro Tyronoe, “Il Traghettatore”, è un perfetto manifesto di tutte le idee di game design del titolo. Non è un semplice duello contro un sacco da boxe con tanti punti vita. È uno scontro dinamico, multi-fase, che evolve costantemente, costringendo il giocatore ad adattarsi.
Le Fasi
Fase 1: Introduzione e Trasformazione. Lo scontro inizia con un’impressionante cutscene in-game che stabilisce il tono. Tyronoe, una figura elegante e minacciosa, si trasforma in una gigantesca bestia alata, una sorta di grifone oscuro con piume che sembrano fatte di ombra e cristallo. L’arena, inizialmente una sala del trono in rovina, si deforma, trasportando i combattenti in una landa desolata sotto un cielo cremisi.
Fase 2: Combattimento Aereo e il Reame Speculare. La battaglia si sposta in aria. Tyronoe è un bersaglio mobile e sfuggente, difficile da raggiungere con attacchi convenzionali. È qui che l’agilità di Gwendolyn e l’uso delle combo aeree diventano cruciali. La strega poi introduce la meccanica dello specchio, creando un’enorme superficie d’acqua riflettente che funge da barriera tra due dimensioni. Mentre Gwendolyn combatte i cloni sulla sua superficie, Sir Lamorak affronta Tyronoe nel mondo riflesso, in una sequenza visivamente mozzafiato.
Fase 3: La Furia del Re Bianco e la Sfera Cosmica. Dopo aver infranto lo specchio, la battaglia si intensifica. Tyronoe attinge a un potere superiore, probabilmente quello del già citato Re Bianco, e lo scontro diventa ancora più caotico. Ma il culmine arriva con il suo attacco definitivo: Tyronoe evoca una gigantesca sfera di energia, una sorta di piccolo sole o pianeta incandescente, e lo scaglia contro l’arena. Sembra un attacco “insta-kill”, una mossa finale che il giocatore deve interrompere o sopravvivere in qualche modo.
Fase 4: L’Ultimo Atto. Il trailer si conclude con Gwendolyn che, brandendo la lancia di Lamorak, si lancia contro questa sfera cosmica per distruggerla dall’interno, in una sequenza che ricorda le scene più esagerate di Asura’s Wrath o Dragon Ball. L’esplosione finale è accecante e lascia intendere la fine dello scontro, ma anche la portata epica che gli sviluppatori vogliono raggiungere.
Questo scontro è un concentrato di idee brillanti: arene che cambiano, meccaniche dimensionali, fasi multiple, attacchi su larga scala e un ritmo che non cala mai. Se tutte le oltre 30 boss fight promesse avranno anche solo la metà di questa creatività, ci troveremo di fronte a un capolavoro del genere.
Un Arsenale per la Fine del Mondo
Per affrontare orde di demoni dimensionali e streghe mutaforma, Gwendolyn avrà bisogno di un arsenale adeguato. Gli sviluppatori hanno confermato la presenza di quattro tipi di armi, ognuna con un proprio stile di combattimento e un set di combo unico, permettendo ai giocatori di personalizzare ulteriormente il proprio approccio alla battaglia.
Le Armi di Gwendolyn: Stili di Gioco a Confronto
Al momento, tre delle quattro tipologie di armi sono state svelate, e già promettono una notevole varietà:
Spade: L’arma a tutto tondo per eccellenza. Le spade, probabilmente disponibili in varie forme (spada singola, doppie lame), offriranno un equilibrio perfetto tra velocità, potenza e raggio d’azione. Saranno la scelta ideale per i neofiti del genere e per chi ama uno stile di combattimento versatile, capace di adattarsi a qualsiasi situazione, sia contro nemici singoli che contro gruppi.
Pugni: Per chi ama il contatto ravvicinato e brutale. Questo stile di combattimento sarà incentrato sulla velocità pura, su raffiche di colpi rapidissime e su una mobilità estrema. Immaginiamo combo che ricordano le arti marziali, con Gwendolyn che si trasforma in un turbine di calci e pugni. Il raggio d’azione sarà limitato, richiedendo al giocatore di rimanere costantemente incollato al nemico, ma la quantità di danni al secondo potrebbe essere la più alta del gioco.
Archi: La scelta tattica per il combattimento a distanza. Gli archi non serviranno solo a “cheesare” i nemici da lontano. In un gioco così frenetico, saranno probabilmente uno strumento per mantenere attive le combo, colpire punti deboli inaccessibili e controllare il campo di battaglia, magari rallentando o immobilizzando i bersagli per preparare un assalto corpo a corpo.
E la Quarta Arma? Le Nostre Ipotesi
La quarta tipologia di arma è ancora avvolta nel mistero, il che ci permette di lanciarci in qualche speculazione. Cosa potrebbe completare questo arsenale?
Un’Arma Pesante: Una scelta classica potrebbe essere un’arma a due mani come uno spadone, un martello da guerra o un’ascia gigante. Questo stile di gioco sarebbe l’opposto dei pugni: lento, macchinoso, ma con un impatto devastante, capace di spezzare la postura dei nemici più coriacei e infliggere danni enormi con un singolo colpo.
Un’Arma Magica: Considerando l’ambientazione fantasy, un catalizzatore magico come uno scettro o un grimorio non sarebbe fuori luogo. Questo permetterebbe a Gwendolyn di scatenare incantesimi ad area, proiettili a ricerca e altri attacchi basati sugli elementi, offrendo uno stile di gioco completamente diverso, basato sulla gestione delle risorse magiche e sul posizionamento.
Un’Arma Trasformabile: In pieno stile Bloodborne o Devil May Cry 5, la quarta arma potrebbe essere qualcosa di più esotico: un’arma che cambia forma, alternando tra una configurazione veloce e una potente, o tra una modalità a corto e a lungo raggio. Sarebbe la scelta perfetta per i giocatori più tecnici.
Qualunque sia la scelta finale, la varietà offerta sembra già notevole, promettendo un’alta rigiocabilità per chi vorrà sperimentare ogni stile di combattimento.

Elementi RPG: Profondità Senza “Grinding” Eccessivo
Sebbene il cuore di Tides of Annihilation sia l’azione pura, il gioco include anche elementi RPG leggeri, pensati per aggiungere un senso di progressione e personalizzazione senza cadere nella trappola del “grinding” fine a se stesso. La filosofia degli sviluppatori sembra chiara: il successo in battaglia deve dipendere dall’abilità del giocatore, non dal tempo passato a farmare equipaggiamento.
Skill Tree e Progressione: L’Abilità Prima di Tutto
Gwendolyn potrà essere potenziata attraverso un albero delle abilità (skill tree). Man mano che si avanza nel gioco e si sconfiggono nemici, si otterranno punti da spendere per sbloccare nuove combo, attacchi speciali, potenziamenti passivi (come più vita o più danno) e, cosa molto importante, nuove abilità o miglioramenti per i cavalieri spettrali.
Questo sistema permetterà ai giocatori di plasmare Gwendolyn secondo il proprio stile: si potrà scegliere di concentrarsi sulla potenza bruta, sull’agilità e le schivate, o sul potenziamento dei propri alleati spettrali. Gli sviluppatori hanno però sottolineato che il sistema sarà meno complesso di quello di un RPG tradizionale, fungendo più da strumento per espandere le opzioni in combattimento che da barriera basata sui livelli.
Armature e Cosmetici: Stile sopra le Statistiche
Una scelta di design interessante e decisamente “pro-giocatore” riguarda l’equipaggiamento. In Tides of Annihilation si potranno trovare e sbloccare nuove armature e accessori cosmetici, ma questi non avranno alcun impatto sulle statistiche di Gwendolyn. Niente set di armature con bonus numerici, niente pezzi di equipaggiamento che rendono un boss impossibile improvvisamente banale.
L’armatura è puramente estetica. Questo significa che i giocatori potranno vestire Gwendolyn come preferiscono, scegliendo lo stile che più li aggrada, senza dover sacrificare l’aspetto per ottenere statistiche migliori. È una decisione che applaude la “fashion soul” che c’è in noi e che rimette al centro del sistema di progressione l’unica cosa che conta davvero in un action game: diventare più bravi a giocare.
Un Mondo Spettacolare in Unreal Engine 5
Non si può parlare di Tides of Annihilation senza menzionare il suo comparto tecnico. Il gioco è sviluppato in Unreal Engine 5 e si vede. La qualità visiva mostrata nei trailer è a dir poco sbalorditiva, specialmente per una produzione proveniente da uno studio relativamente nuovo. La direzione artistica, che fonde il decadimento urbano moderno con l’opulenza gotica del fantasy medievale, crea un’atmosfera unica e memorabile.
L’Impatto Visivo: Ispirazioni Cinematografiche
Il lead producer Kun Fu ha citato esplicitamente film come Inception, The Matrix e Dr. Strange come principali fonti di ispirazione per le sequenze d’azione. L’influenza è evidente: le arene che si piegano e si fratturano, le dimensioni speculari, la fisica esagerata e gli effetti visivi che distorcono la realtà sono tutti elementi presi in prestito da quel tipo di linguaggio cinematografico.
L’obiettivo è chiaro: far sentire al giocatore la stessa “euforia” e lo stesso “terrore” di una grande scena di confronto cinematografica. E a giudicare dalla boss fight di Tyronoe, l’obiettivo è stato centrato in pieno. La quantità di dettagli su schermo, la qualità delle texture, l’illuminazione realistica e la complessità degli effetti particellari contribuiscono a creare uno spettacolo per gli occhi che, si spera, sarà supportato da un’ottimizzazione solida.
Prestazioni Tecniche: Promesse e Preoccupazioni
Parlando di ottimizzazione, è giusto notare che il gameplay trailer, pur essendo spettacolare, mostra alcuni evidenti cali di framerate in certi momenti particolarmente concitati. Questo è un fenomeno abbastanza comune per le build di sviluppo preliminari, e c’è da sperare che il team di Eclipse Glow Games abbia tutto il tempo necessario per limare queste imperfezioni prima del lancio.
La buona notizia è che gli sviluppatori sembrano puntare molto in alto sul fronte tecnico: è stato confermato che è in sviluppo una modalità specifica per PlayStation 5 Pro, che includerà ray tracing, texture a risoluzione migliorata e l’obiettivo di un frame rate solido a 60 FPS. Questo impegno verso le prestazioni è un ottimo segno e fa ben sperare per la qualità del prodotto finale su tutte le piattaforme.

Cosa ci Aspettiamo da Tides of Annihilation?
Dopo questa analisi approfondita, le aspettative per Tides of Annihilation sono inevitabilmente alle stelle. Il gioco si presenta con le carte in regola per essere una delle più grandi sorprese dei prossimi anni, un titolo capace di scuotere il genere degli stylish action dalle fondamenta.
Un Nuovo Re per gli Stylish Action?
La domanda sorge spontanea: Tides of Annihilation ha il potenziale per rivaleggiare con i mostri sacri del genere? Sulla carta, sì. Il sistema di combattimento sembra prendere il meglio da Bayonetta e DMC e aggiungervi un livello di complessità strategica del tutto nuovo con il Dual Frontline Battle System. Se questa meccanica si rivelerà tanto divertente e profonda quanto sembra, potremmo trovarci di fronte a un nuovo punto di riferimento per il genere. L’ambizione è palpabile, sia nella scala delle boss fight che nella creatività delle meccaniche.
L’Incognita della Narrazione
L’unico, grande punto interrogativo rimane la narrazione. Sebbene la premessa sia affascinante, alcuni primi sguardi ai dialoghi hanno lasciato perplessi alcuni osservatori, che li hanno definiti un po’ superficiali. Sarà fondamentale che la storia, i personaggi e le interazioni siano all’altezza della magnificenza del gameplay.
Un gioco con un combat system così profondo merita una trama che lo supporti, che dia un peso emotivo alle azioni del giocatore e che lo tenga incollato allo schermo non solo per la prossima combo, ma anche per scoprire cosa succederà dopo. Il potenziale c’è tutto, ora sta a Eclipse Glow Games dimostrare di saper raccontare una storia memorabile oltre che creare un’esperienza di combattimento indimenticabile.
Per ora, non possiamo che aggiungere Tides of Annihilation alla nostra lista dei desideri e attendere con trepidazione una data di uscita, che purtroppo non è stata ancora annunciata. Una cosa è certa: l’attesa sarà lunga, ma potrebbe valerne assolutamente la pena.
Per Tides of Annihilation sarà tutto?
E voi cosa ne pensate? Siete rimasti a bocca aperta come noi di fronte a questo concentrato di azione e stile? Il Dual Frontline Battle System che abbiamo visto all’Xbox Partner Preview vi intriga o vi sembra troppo caotico? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto! Vogliamo sentire la vostra opinione su quello che si preannuncia come uno dei titoli più esplosivi in arrivo.
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