Ammettiamolo, Lies of P ha mentito a tutti. Ci aveva promesso di essere “solo un altro Soulslike”, un clone di Bloodborne con un burattino al posto del cacciatore. E invece, Neowiz e Round8 Studio ci hanno servito su un piatto d’argento uno dei migliori esponenti del genere, un gioco con un’identità così forte da farci dubitare di cosa sia un “clone” e cosa sia un “maestro”. Ha ridefinito le aspettative, ha lucidato meccaniche che credevamo intoccabili e, soprattutto, ci ha lasciato con una fame insaziabile di altre bugie.
Dopo un DLC, Overture, che è stato più un antipasto gourmet che un semplice contorno, la domanda non è più “se”, ma “come” sarà il sequel. Le voci corrono veloci come un burattino impazzito e le informazioni trapelate sono poche, ma esplosive. Si parla di mondi aperti, di multiplayer, di sentieri di mattoni insanguinati e di scarpette rosse.
Preparatevi, perché stiamo per smontare pezzo per pezzo tutto ciò che sappiamo su Lies of P 2, un’analisi che vi farà discutere, sperare e, forse, anche temere per il futuro del nostro burattino preferito. Allacciate le cinture, si parte per il magico e terrificante mondo di… Oz?
Lies of P 2 quando Fare Bene Diventa un Problema
Partiamo da un presupposto scomodo: Lies of P 2 ha già un problema enorme, e questo problema si chiama Lies of P. Creare un capolavoro a sorpresa è un conto, ma ripetersi è tutta un’altra storia. I ragazzi di Round8 Studio, probabilmente, ora si staranno guardando negli occhi durante le pause caffè, con lo sguardo terrorizzato di chi ha accidentalmente vinto alla lotteria e ora non sa come gestire i soldi.
Il primo gioco era un delicato e brutale equilibrio di elementi. Prendeva il meglio da Bloodborne (l’atmosfera gotica, il level design interconnesso), lo mescolava con la precisione millimetrica di Sekiro (il sistema di parry, la postura dei nemici) e ci aggiungeva un tocco di originalità assoluta con l’Assemblaggio delle Armi e il Braccio a Legione.
Il risultato? Un’esperienza che, pur essendo familiare, si sentiva fresca, spietata e incredibilmente gratificante. La difficoltà non era mai ingiusta; era una danza macabra che, una volta imparati i passi, diventava quasi poetica. Ogni parry perfetto, ogni schivata all’ultimo secondo, ogni boss abbattuto dopo decine di tentativi era una scarica di adrenalina pura.
Il recente DLC, Lies of P: Overture, ha gettato benzina sul fuoco delle aspettative. Non solo ha confermato che lo studio sa come espandere il proprio mondo con coerenza, ma ha introdotto nemici e boss che hanno alzato ulteriormente l’asticella della creatività e della sfida.
Chi ha affrontato il boss finale del DLC sa di cosa parlo: una battaglia che sembrava uscita dai peggiori incubi di un coreografo indemoniato. Questo ci dice due cose: primo, non hanno intenzione di “casualizzare” la formula. Secondo, la pressione per il sequel è ora a livelli stellari. Non basta più fare un “bel gioco”. Ora devono superarsi, e superarsi quando hai già toccato il cielo è un’impresa degna di un burattino che vuole diventare un bambino vero.
“Non Siamo Più a Krat, Geppetto” Benvenuti nel Sanguinoso Mondo di Oz
Se avete finito Lies of P (e se non l’avete fatto, cosa state aspettando? Andate, soffrite, e poi tornate qui), avrete assistito a una delle scene post-credits più intriganti degli ultimi anni. Un uomo misterioso, Paracelsus, parla di un’altra “anomalia” e menziona un nome: Dorothy. Subito dopo, vediamo un’inquadratura sui tetti di Krat al tramonto, e una ragazza con delle scintillanti scarpette rosse batte i tacchi tre volte.
Le implicazioni sono devastanti e meravigliose. Se Lies of P era la rilettura dark-fantasy di Pinocchio, il sequel sembra puntare dritto verso Il Mago di Oz.
Questa non è solo una teoria; è praticamente una promessa. E le possibilità sono infinite e terrificanti. Dimenticate il sentiero di mattoni gialli e i canti allegri. Immaginate un sentiero di mattoni insanguinati che attraversa campi di papaveri tossici, popolati da scimmie volanti meccaniche e automi arrugginiti.
La Città di Smeraldo potrebbe essere una metropoli decadente e corrotta dall’Ergo, e il Grande e Potente Oz un alchimista folle, forse un collega di Simon Manus.
La domanda più grande, però, riguarda la protagonista. Giocheremo nei panni di Dorothy? Questo aprirebbe scenari di gameplay completamente nuovi. Addio al nostro amato P, con il suo braccio meccanico e la sua capacità di mentire? Forse.
Dorothy potrebbe avere un set di abilità completamente diverso, magari basato su qualche potere legato alle scarpette rosse o su compagni di viaggio altrettanto distorti. Pensateci:
Lo Spaventapasseri: un costrutto di paglia e metallo, magari un esperto di Alchimia o un mago che cerca un “cervello” (un manufatto per potenziarsi). Potrebbe essere il nostro NPC per le build basate sull’Avanzamento/Intelligenza.
L’Uomo di Latta: un automa imponente e malinconico, forse un tank che cerca un “cuore” (una fonte di Ergo per riattivarsi). Un perfetto compagno per le build Forza/Vitalità.
Il Leone Codardo: una bestia mutata o un esperimento fallito, incredibilmente agile ma terrorizzato. Il candidato ideale per le build basate sulla Tecnica/Destrezza, con un gameplay “mordi e fuggi”.
L’idea di esplorare un mondo di Oz in chiave Soulslike, con la direzione artistica e la cura per i dettagli di Round8, è da brividi. Potrebbe essere la mossa più geniale o il passo falso più clamoroso della storia dei Soulslike non-From. E onestamente, non vediamo l’ora di scoprirlo.
Open World e la Bestemmia del Multiplayer un elefante nella stanza opprimente
E ora, veniamo alla parte che farà urlare i puristi e sognare gli eretici. Le informazioni più concrete sul sequel non vengono da teaser cinematografici, ma dal posto più noioso e affidabile del mondo: gli annunci di lavoro. Round8 Studio sta assumendo, e i requisiti richiesti per i nuovi sviluppatori sono una miniera d’oro di informazioni (e di potenziali polemiche).
La Minaccia dell’Open World
Tra le qualifiche preferite per i nuovi level designer, spiccano frasi come “vasta esperienza con giochi open-world” e “esperienza nella creazione di mondi senza soluzione di continuità (seamless)”.
Elden Ring ha lasciato un’eredità pesante. Il suo successo ha convinto molti che “open world” sia la formula magica per il successo. Ma è davvero quello che vogliamo per Lies of P 2?
L’anima di Lies of P risiede nel suo level design claustrofobico, labirintico e meticolosamente interconnesso, un chiaro omaggio a Bloodborne e al primo Dark Souls. Ogni scorciatoia sbloccata era una vittoria, ogni angolo nascondeva un’imboscata. Un mondo aperto, per sua natura, rischia di diluire questa tensione.
Potrebbe trasformare l’esplorazione da un’attenta discesa nell’incubo a un “andiamo dal punto A al punto B sperando di non incontrare troppi nemici ripetitivi”. Il rischio è quello di perdere l’identità in favore di una mappa più grande ma più vuota.
Se fatto bene, potrebbe essere una rivoluzione. Immaginate di poter esplorare le terre desolate che circondano Krat, o le diverse regioni del regno di Oz, ognuna con i suoi dungeon, le sue catacombe e le sue città-fortezza. Un mondo “semi-aperto”, con macro-aree interconnesse in stile Elden Ring, potrebbe mantenere la densità del level design originale offrendo al contempo una libertà senza precedenti. E diciamocelo, cavalcare un automa-cavallo arrugginito attraverso i campi di Oz sarebbe dannatamente epico.
Il Tabù del Multiplayer (PvP e Co-op)
Ma la vera bomba è un’altra. Gli annunci di lavoro cercano specificamente un “Content Planner” con “esperienza nello sviluppo di elementi multiplayer” e un “Balance Planner” con “esperienza nella progettazione di sistemi di bilanciamento PvP”.
Sì, avete letto bene. PvP.
Lasciate che questa parola risuoni nelle vostre orecchie. Il Player versus Player in un gioco preciso e ritmico come Lies of P. L’idea è tanto affascinante quanto terrificante.
Il sistema di combattimento di Lies of P è basato su finestre di parry strettissime e sulla lettura meticolosa degli attacchi nemici. Ora, immaginate di dover fare tutto questo con la latenza. Immaginate un avversario che vi spamma l’attacco caricato della sua arma assemblata da un altro continente.
Il parry, che è il cuore del gioco, potrebbe diventare un terno al lotto basato sulla qualità della connessione. Bilanciare le centinaia di combinazioni di armi possibili per il PvP sarebbe un’impresa titanica. Il rischio concreto è quello di avere un’esperienza frustrante, dominata da build “rotte” e da un netcode ballerino, che andrebbe a macchiare la perfezione del single player.
D’altra parte, un sistema di duelli ben implementato potrebbe dare al gioco una longevità infinita. Scontri tattici basati non solo sul tempismo dei parry, ma anche sull’uso astuto del Braccio a Legione e delle Arti della Favola. E non dimentichiamoci della Co-op.
L’idea di poter affrontare boss come Laxasia insieme a un amico è qualcosa che molti giocatori desiderano ardentemente. La possibilità di esplorare il mondo di gioco in compagnia, di aiutarsi a vicenda contro i nemici più ostici, aggiungerebbe una dimensione sociale che al primo capitolo mancava.
La speranza è che, se sceglieranno questa strada, lo facciano con la stessa cura maniacale del single player. Il fatto che cerchino specificamente un “Balance Planner” e che richiedano ai candidati di aver completato il gioco al 100% è un segnale positivo. Sanno che è un campo minato, e sembrano volerci camminare con le scarpe antinfortunistiche.
Quando Potremo Mentire di Nuovo? La Prossima Bugia Non è Vicina
Tutto molto bello, ma quando potremo mettere le mani su questo potenziale capolavoro (o disastro annunciato)? Qui le notizie sono più concrete, ma non necessariamente buone per i più impazienti.
Un report per gli investitori di Neowiz, trapelato qualche tempo fa, mostrava una pipeline dei progetti futuri. In fondo alla lista, sotto la voce “FY2026 ~”, campeggiava la scritta “Lies of P Sequel“.
Analizziamo i dati:
FY2026: Significa “Anno Fiscale 2026”. A seconda di come l’azienda calcola il suo anno fiscale, potrebbe indicare un periodo che inizia verso la fine del 2025 e si conclude alla fine del 2026.
Il simbolo ~ (tilde): È la parte più importante. Indica che la data è approssimativa, un “più o meno”.
La filosofia dello studio: Come sentito nel video, il director Choi Ji-won ha sottolineato l’importanza di lavorare “in modo sano e stabile”, senza fretta. Non vogliono “crunch”, vogliono creare un prodotto di qualità prendendosi il tempo necessario. Una filosofia lodevole che, però, si traduce in tempi di attesa più lunghi per noi.
Unreal Engine 5: Il sequel sarà sviluppato sul nuovo motore grafico di Epic. Questo garantirà una grafica sbalorditiva, ma implica anche un lavoro di adattamento e ottimizzazione che richiede tempo.
Mettendo insieme i pezzi, una release nel 2026 sembra ottimistica, quasi una bugia. È molto più probabile che dovremo aspettare il 2027, se non oltre. E sapete una cosa? Va bene così. Dopo aver visto cosa sono in grado di fare, siamo disposti ad aspettare. Preferiamo un capolavoro in ritardo che un disastro puntuale.
Siete Pronti a Credere alla Prossima Bugia?
Il futuro di Lies of P è un bivio affascinante. Da un lato, la strada sicura: un sequel che perfeziona la formula esistente, magari in un’ambientazione nuova e terrificante come quella di Oz. Dall’altro, la via dell’ambizione sfrenata: un’esperienza open-world con elementi multiplayer che potrebbe ridefinire il genere… o schiantarsi contro il muro delle proprie promesse.
I segnali che abbiamo sono contraddittori, ma una cosa è certa: Round8 Studio ha dimostrato di avere talento, passione e un profondo rispetto per il genere Soulslike. Qualunque sia la loro scelta, la faranno con cognizione di causa. Ora la palla passa a voi.
Cosa ne pensate? L’idea di un PvP in Lies of P vi fa sognare o vi provoca un’orticaria istantanea? Un mondo aperto è l’evoluzione naturale della serie o una pericolosa deviazione? E soprattutto, preferireste continuare le avventure del nostro P o siete pronti ad accogliere Dorothy e le sue scarpette rosse?
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Per non perdervi nessuna bugia futura, assicuratevi di continuare a seguire Top Games Italia e di iscrivervi al nostro canale YouTube , dove continueremo a seguire ogni sviluppo sul sequel di Lies of P e su tutto il mondo del gaming. La prossima grande avventura è dietro l’angolo, e noi saremo lì per raccontarvela.