sabato, Dicembre 27, 2025

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Andrea Dal Zoppo - Lo ZioSen
Andrea Dal Zoppo - Lo ZioSenhttp://www.topgamesitalia.com
Appassionato di videogames in tutte le sue forme dall'età di 6 anni. Appassionato di musica, grafica, doppiaggio e scrittura. Mi puoi trovare su YouTube come Lo ZioSen. Qui, su Top Games Italia, troverete le mie sincere e soggettive opinioni sul mondo videoludico.

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10 Videogiochi che hanno mentito spudoratamente nei loro Trailer

Avete presente quella sensazione elettrizzante che scorre lungo la schiena quando parte il trailer giusto all’E3 o durante i Game Awards? Quella vibrazione che fa dire “Ok, prendiamo il gioco al day one”? Bene, teniamola stretta, perché oggi parliamo esattamente del momento in cui quella sensazione si schianta contro un muro di cemento armato.

Il marketing videoludico è una bestia affascinante e crudele. Ci vende sogni, ci promette rivoluzioni grafiche, intelligenze artificiali senzienti e mondi in cui ogni foglia si muove realisticamente al vento. E noi ci crediamo. Sempre.

Ma cosa succede quando il gioco arriva finalmente nelle nostre mani e la realtà è… diversa? A volte è solo un piccolo ritocco grafico, altre volte ci troviamo davanti a un prodotto che non c’entra nulla con quanto promesso. Oggi facciamo un viaggio nel viale dei ricordi infranti, analizzando quei titoli che hanno trasformato l’hype in pura frustrazione.

Preparatevi, perché stiamo per riaprire vecchie ferite.

Aliens: Colonial Marines, Il Re indiscusso della Fuffa

Aliens Colonial Marines top 10 giochi che hanno truffato con i trailer

Se esiste un manuale su come non gestire le aspettative dei giocatori, la copertina è sicuramente dedicata a questo titolo. La storia di Aliens: Colonial Marines non è semplicemente quella di un gioco brutto, è la cronaca di una delle più grandi prese in giro della storia del medium.

Il Sogno di James Cameron Reso Interattivo

Torniamo al 2011. Gearbox Software rilascia un trailer di gameplay che definire “mozzafiato” è riduttivo. Quello che vedevamo sullo schermo sembrava il film di James Cameron trasformato in videogioco. L’illuminazione dinamica creava ombre terrificanti nei corridoi della U.S.S. Sulaco, il fumo volumetrico riempiva l’aria di tensione e, soprattutto, gli Xenomorfi si comportavano come predatori letali.

Li vedevamo aggirare il giocatore, sfruttare i condotti di ventilazione, reagire in modo intelligente al fuoco di soppressione. L’atmosfera era densa, pesante, perfetta. Randy Pitchford, il boss di Gearbox, dichiarava che quello che vedevamo era gameplay reale. Abbiamo creduto tutti.

Il Risveglio nell’Incubo Sbagliato

Poi è arrivato il 2013 e con esso il gioco sugli scaffali. Quello che abbiamo installato sulle nostre console e PC non assomigliava neanche lontanamente alla demo. La grafica era lavata, piatta, priva di qualsiasi contrasto o profondità. Le texture sembravano caricate in bassa risoluzione per errore.

Ma il vero crimine, quello per cui i fan ancora oggi chiedono vendetta, era l’intelligenza artificiale. Quegli Xenomorfi letali e astuti del trailer erano stati sostituiti da creature che sembravano uscite da uno sketch comico. Invece di accerchiare, correvano dritti contro i fucili. Spesso si bloccavano contro i muri, correvano in tondo o, in momenti divenuti ormai meme leggendari, camminavano su due zampe come se stessero facendo una passeggiata domenicale.

L’Errore da un Milione di Dollari

Per anni ci siamo chiesti come fosse possibile un disastro simile. Si è scoperto che la demo dell’E3 era una “vertical slice”, una porzione di gioco creata ad hoc con un motore grafico pompato al massimo che le console dell’epoca non avrebbero mai potuto gestire per un gioco intero. Gearbox aveva subappaltato gran parte dello sviluppo a TimeGate Studios, creando un caos gestionale.

La ciliegina sulla torta marcia è arrivata anni dopo grazie a un modder. Analizzando il codice del gioco, si è scoperto che l’IA deficitaria degli alieni era causata da un singolo errore di battitura. Nel file di configurazione, la parola “Tether” era scritta come “Teather”. Una “a” di troppo ha trasformato le macchine di morte perfette in creature confuse. Correggendo quella singola lettera, l’IA migliorava drasticamente.

Una lettera che è costata reputazione e cause legali.

watch dogs top 10 giochi che hanno truffato con i trailer

Watch Dogs: L’Inizio dell’era del Downgrade

Ubisoft ha creato molti giochi fantastici, ma con Watch Dogs ha inavvertitamente coniato un termine che ancora oggi terrorizza i dipartimenti marketing di tutto il mondo: il Downgrade.

L’Illusione della Next-Gen

Siamo all’E3 del 2012. La conferenza Ubisoft si chiude con una sorpresa che lascia tutti a bocca aperta: una demo di Watch Dogs ambientata a Chicago. Quello che vedemmo fu, per molti, il vero primo assaggio della nuova generazione di console.

La pioggia non era una semplice texture, ma reagiva fisicamente alle superfici. L’impermeabile del protagonista, Aiden Pearce, si muoveva al vento con una fisica dei tessuti mai vista prima. Le luci dei neon si riflettevano nelle pozzanghere con una fedeltà impressionante. La città sembrava viva, densa, con NPC che reagivano realisticamente a un incidente stradale. Era cupo, atmosferico, tecnicamente irraggiungibile.

La Doccia Fredda della Realtà

Quando il gioco uscì nel 2014, qualcosa non tornava. Chicago sembrava… spenta. Quella nebbia volumetrica e quell’illuminazione drammatica erano sparite, sostituite da una luce piatta. La densità della folla era stata ridotta drasticamente. Le esplosioni non avevano più quella fisica particellare complessa.

Non era un gioco brutto, intendiamoci, ma non era quello promesso. Il contrasto era così netto che internet si riempì di video comparativi che mettevano in ridicolo le differenze.

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Cosa È Successo Davvero

La verità è che la demo del 2012 girava su un PC di fascia altissima, con settaggi che le console in arrivo (PS4 e Xbox One) non potevano sostenere mantenendo un framerate stabile. Ubisoft dovette scendere a compromessi enormi.

La beffa finale? I modder su PC scoprirono che i file grafici della demo E3 erano ancora nascosti nel codice del gioco finale. Erano stati disabilitati, ma erano lì. Riattivandoli, il gioco tornava ad avere quasi tutto lo splendore originale, dimostrando che il motore grafico era capace di quelle prestazioni, ma era stato castrato per garantire la parità tra le versioni.

the day before top 10 giochi che hanno truffato con i trailer

The Day Before è stato la truffa del secolo

Qui non stiamo parlando di un semplice downgrade o di un abbellimento. Qui entriamo nel territorio del codice penale. The Day Before rappresenta il punto più basso toccato dal marketing videoludico recente, una lezione brutale sul non preordinare mai nulla sulla fiducia.

La Promessa dell’MMO Definitivo

Tutto è iniziato con dei trailer che sembravano troppo belli per essere veri. E infatti lo erano. Ci veniva promesso un MMO Survival Open World con una grafica fuori scala. Immaginate un mix perfetto tra The Last of Us per l’estetica, The Division per il gameplay urbano e DayZ per le meccaniche di sopravvivenza.

Vedevamo personaggi muoversi attraverso grattacieli di New York iper-dettagliati, gestire inventari complessi, guidare veicoli nel fango realistico e combattere orde di zombie in centri commerciali illuminati a festa. Divenne il titolo più desiderato su Steam.

Il Crollo del Castello di Carte

Dopo rinvii sospetti, dispute legali sul nome e comunicazioni bizzarre da parte dello sviluppatore Fntastic, il gioco esce in Early Access alla fine del 2023. Il disastro è immediato e totale.

Innanzitutto, non era un MMO. Era un “extraction shooter” scialbo e vuoto. Niente mondo aperto persistente e vasto come promesso. La città era deserta, priva di quella vita vista nei video. Gli zombie erano pochi, stupidi e buggati.

Ma la cosa peggiore era la realizzazione tecnica. I giocatori scoprirono quasi subito che gran parte del gioco era composta da asset comprati sullo store di Unreal Engine. Interi edifici, modelli dei personaggi, interfacce: era un collage di pezzi pre-fatti assemblati in fretta. Le meccaniche di parkour e combattimento corpo a corpo viste nei trailer? Inesistenti.

L’Epilogo Vergognoso

La storia si è conclusa nel modo più drammatico possibile. Appena quattro giorni dopo il lancio, con recensioni utente “Estremamente Negative” e richieste di rimborso di massa, lo studio Fntastic ha annunciato la chiusura immediata, citando “mancanza di fondi”. Il gioco è stato rimosso dalla vendita pochi giorni dopo.

I trailer non erano abbellimenti: erano renderizzazioni create appositamente per ingannare gli investitori e il pubblico, mostrando meccaniche che non sono mai state nemmeno programmate.

killzone 2 top 10 giochi che hanno truffato con i trailer

Killzone 2… Il gioco non c’era ma la CGI si

Se Watch Dogs è il simbolo del downgrade, Killzone 2 è il padre fondatore del trailer “Target Render”. Siamo nel pieno della guerra tra console e Sony aveva bisogno di mostrare i muscoli della futura PlayStation 3.

L’Inganno dell’E3 2005

Durante la conferenza Sony, viene mostrato un video di Killzone 2. Il pubblico impazzisce. Vediamo soldati scendere da navette in un ambiente di guerra caotico, con animazioni fluide come la seta, esplosioni volumetriche, ricariche delle armi con animazioni complesse e un livello di dettaglio che faceva sembrare la concorrenza roba da età della pietra.

Jack Tretton di Sony, sul palco, lasciò intendere che si trattasse di gameplay in tempo reale su PS3. La stampa specializzata gridò al miracolo. La PS3 sembrava una macchina aliena arrivata dal futuro.

La Realtà dello Sviluppo

La verità emerse solo molto tempo dopo. Quello non era il gioco. Non era nemmeno il motore del gioco. Era un video in CGI (Computer Generated Imagery) creato da un team di animatori per mostrare quale fosse l’obiettivo visivo (il “target”) che lo studio Guerrilla Games sperava di raggiungere.

Gli sviluppatori stessi, guardando la conferenza da casa, rimasero scioccati nel sentire che veniva spacciato per gameplay reale, sapendo di non avere ancora nulla di pronto che girasse su quell’hardware.

Il Miracolo a Metà

La cosa ironica di questa storia è che Guerrilla Games, messa sotto una pressione disumana per eguagliare quel video falso, fece un lavoro straordinario. Quando Killzone 2 uscì nel 2009, era davvero uno dei giochi visivamente più impressionanti mai creati. Aveva un sistema di illuminazione differita, post-processing pesante e un senso di “sporco” e peso che lo rendeva unico.

Non raggiunse la fluidità e la perfezione di quel trailer in CGI, ovviamente, ma ci andò dannatamente vicino. Tuttavia, la macchia della bugia iniziale rimase per sempre legata al titolo, alimentando anni di “console war” basata sul nulla.

brutal legend top 10 giochi che hanno truffato con i trailer

Brütal Legend e il tradimento di Genere

Fino ad ora abbiamo parlato di bugie grafiche. Con Brütal Legend, la bugia è stata concettuale. Tim Schafer e Double Fine ci hanno venduto un’idea, per poi consegnarci un prodotto radicalmente diverso nelle meccaniche.

Metal, Sangue e Azione

La campagna marketing di Brütal Legend era chiara: sei Eddie Riggs (doppiato da Jack Black), un roadie che finisce in un mondo fantasy ispirato alle copertine degli album Heavy Metal. I trailer mostravano Eddie correre con la sua auto truccata, decapitare demoni con un’ascia e suonare la chitarra elettrica per evocare fulmini.

Sembrava un Action/Adventure puro, un God of War intriso di cultura metal, umorismo e violenza stilizzata. Era il sogno di ogni metallaro videogiocatore.

Sorpresa! È uno Strategico

Immaginate la faccia dei giocatori quando, dopo le prime ore di gioco che effettivamente rispecchiavano i trailer, il gameplay cambiava drasticamente. Il cuore di Brütal Legend non era l’azione in terza persona, ma le “Stage Battles”. Queste sezioni erano, a tutti gli effetti, partite RTS (Strategia in Tempo Reale).

Dovevi costruire “fan” (risorse), gestire unità, difendere il palco principale e attaccare la base nemica comandando le truppe dall’alto o dal campo di battaglia.

Perché Nasconderlo?

Sembra che il publisher, Electronic Arts, temesse che la parola “Strategico” fosse veleno per il mercato console. Gli RTS su console non hanno mai venduto molto perché il pad non è adatto a quel tipo di controllo. Quindi decisero deliberatamente di nascondere la natura strategica del gioco nei trailer, puntando tutto sull’azione e sulla personalità di Jack Black.

Il risultato fu che i fan degli action si trovarono a giocare uno strategico (che magari odiavano), e i fan degli strategici ignorarono il gioco pensando fosse un semplice hack and slash. Un classico caso di crisi d’identità indotta dal marketing.

dead island top 10 giochi che hanno truffato con i trailer

Dead Island e Il Trailer da Oscar per un gioco da “cestone”

A volte un trailer è così bello che diventa un problema. È il caso di Dead Island, il cui video di annuncio è probabilmente uno dei cortometraggi più belli mai realizzati per un videogioco, purtroppo scollegato dalla realtà del prodotto.

L’Arte della Tragedia

Il trailer di Dead Island è un capolavoro di narrazione. Mostrava, con una sequenza montata al contrario e una musica di pianoforte struggente, la morte di una bambina e la disperata lotta dei suoi genitori contro gli zombie in una stanza d’albergo.

Era crudo, emotivo, straziante. Comunicava un senso di perdita e di orrore umano che raramente si vede nei videogiochi. Vinse persino un Leone d’Oro al Festival internazionale della creatività di Cannes. Tutti si aspettavano un’esperienza narrativa profonda, un The Last of Us prima del tempo.

Botte da Orbi e Tubi di Ferro

Poi uscì il gioco. E cosa ci trovammo davanti? Un action-RPG in prima persona caciarone, dove l’obiettivo era prendere a mazzate zombie in bikini usando remi, tubi idraulici e machete modificati con batterie elettriche. I personaggi erano stereotipi ambulanti, i dialoghi degni di un B-movie e l’atmosfera tragica del trailer era completamente assente.

Non c’era dramma, solo punti esperienza e loot. Il gioco in sé era divertente, un ottimo passatempo cooperativo senza pretese, ma la dissonanza tra l’arte sublime del trailer e la natura grezza e arcade del gioco ha lasciato l’amaro in bocca a chi cercava quella profondità emotiva promessa.

rambo the videogame top 10 giochi che hanno truffato con i trailer

Rambo: The Video Game… Una Parodia Involontaria

Se Aliens ci ha fatto arrabbiare, Rambo ci ha fatto ridere per non piangere. Un esempio lampante di come un montaggio video intelligente possa nascondere un gameplay vecchio di vent’anni.

Ti Sembrava un Call of Duty, Vero?

Il trailer di annuncio faceva un lavoro egregio. Utilizzava un montaggio frenetico, inquadrature ravvicinate delle armi che sparavano, esplosioni enormi e i classici urli di Sylvester Stallone. La sensazione era quella di trovarsi di fronte a un FPS moderno ambientato nella giungla, dove avremmo potuto muoverci liberamente, tendere trappole e scatenare l’inferno come nel film. L’azione sembrava dinamica e viscerale.

Sei su un Binario

La realtà fu uno shock culturale. Nel 2014, Reef Entertainment rilasciò uno “sparatutto su binari” (On-Rails Shooter). Avete presente quei giochi da sala giochi degli anni ’90 come Time Crisis o The House of the Dead dove il personaggio si muove da solo e voi muovete solo il mirino? Ecco. Ma fatto male.

Non potevamo esplorare. Non potevamo schivare liberamente. Eravamo incollati a un percorso predefinito mentre ondate di nemici che sembravano manichini di plastica ci correvano incontro. Le animazioni erano rigide, i modelli poligonali sembravano cera sciolta al sole e le QTE (Quick Time Events) erano invadenti.

Il trailer aveva mascherato l’immobilità del protagonista tagliando le scene ogni due secondi, creando l’illusione del movimento. Un trucco da prestigiatore di quart’ordine.

redfall top 10 giochi che hanno truffato con i trailer

Redfall: Un vampiro senza denti

Arkane Studios è (o era) sinonimo di qualità. Dishonored e Prey sono capolavori di design. Per questo il tonfo di Redfall ha fatto tremare l’intera industria.

La Magia Arkane in Co-op

I trailer di Redfall vendevano un sogno: l’incredibile libertà di approccio dei giochi Arkane (gli “Immersive Sim”) applicata a uno sparatutto cooperativo a mondo aperto. Vedevamo personaggi usare poteri magici combinati, teletrasporti, ascensori spettrali, combattendo contro vampiri stilosi in una cittadina del Massachusetts avvolta da un’atmosfera unica.

Sembrava il perfetto incontro tra Left 4 Dead e Stranger Things. Microsoft e Bethesda lo spingevano come una delle grandi esclusive Xbox.

Un Mondo Vuoto e Rotto

Al lancio, la magia è svanita. Il mondo aperto era desolato, un guscio vuoto senza nulla di interessante da fare. La storia era raccontata tramite immagini statiche, un passo indietro enorme rispetto alla narrazione ambientale a cui Arkane ci aveva abituato.

Ma il vero scandalo fu tecnico e ludico. Il gioco girava a 30fps su Xbox Series X (la “console più potente del mondo”), nonostante fosse uno sparatutto frenetico. L’intelligenza artificiale dei vampiri era imbarazzante: spesso rimanevano fermi a farsi sparare o si incastravano negli oggetti. I poteri cooperativi erano meno sinergici di quanto mostrato.

È stato un disastro tale che Phil Spencer, capo di Xbox, ha dovuto scusarsi pubblicamente. I trailer avevano mostrato un gioco pieno di stile e azione; la realtà era un prodotto rilasciato con almeno un anno di anticipo rispetto al dovuto.

catherine top 10 giochi che hanno truffato con i trailer

Catherine, L’Erotismo come specchietto per le allodole

Qui la “truffa” è più sottile e riguarda il pubblico di riferimento. Atlus ha usato il sesso e il dramma sentimentale per vendere uno dei puzzle game più difficili e stressanti di sempre.

Un Anime per Adulti

Guardando i trailer di Catherine, chiunque avrebbe pensato a un’avventura narrativa o un GDR sociale alla Persona. Vedevamo Vincent, il protagonista, diviso tra la fidanzata storica Katherine e la seducente Catherine. C’erano scene animate di altissima qualità, dialoghi maturi su tradimento e impegno, e un’atmosfera decisamente sexy.

Il marketing urlava: “Questo è un gioco sulla complessità delle relazioni adulte”.

Blocchi, Blocchi e Ancora Blocchi

Immaginate la sorpresa dei giocatori quando hanno scoperto che il 70-80% del gameplay effettivo consisteva nello scalare torri di cubi in mutande. Le sezioni diurne al bar (la parte narrativa) erano solo un intermezzo tra incubi notturni che erano, a tutti gli effetti, livelli di un puzzle game brutale.

Bisognava spostare blocchi, creare scale e arrampicarsi velocemente prima che il pavimento crollasse, il tutto mentre boss grotteschi (spose giganti, neonati demoniaci) cercavano di ucciderti.

Molti giocatori, attirati dalla storia e dalle “waifu”, si sono scontrati con un muro di difficoltà (letteralmente) e hanno abbandonato il gioco frustrati. Atlus non ha mentito sulla storia, che c’era ed era ottima, ma ha decisamente omesso quanto fosse centrale e punitiva la componente puzzle.

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Rainbow Six Siege: Il caso del “Bullshot” a lieto fine

Chiudiamo con un caso particolare. Rainbow Six Siege ha mentito spudoratamente al suo annuncio, ma è riuscito a trasformare quella bugia in un successo planetario, anche se diverso da quanto promesso.

L’Ostaggio Realistico

E3 2014. Ubisoft mostra il trailer “Hostage Rescue”. L’atmosfera era cupa, quasi horror. La grafica era fotorealistica. Vedevamo una squadra SWAT assaltare una casa con una distruzione procedurale incredibile. L’ostaggio reagiva con terrore vero, cercando di proteggersi dai proiettili. L’illuminazione era drammatica, con elicotteri che proiettavano ombre dinamiche attraverso le finestre.

Sembrava un simulatore tattico lento e viscerale.

La Trasformazione Competitiva

Il gioco finale, uscito nel 2015, era visivamente molto diverso. Quel livello di dettaglio grafico e di illuminazione era sparito. Perché? Per favorire il gameplay competitivo. In un gioco e-sport, non puoi avere ombre troppo scure o effetti di luce accecanti, perché devi vedere i nemici chiaramente. La distruzione procedurale fu semplificata per essere gestibile online senza lag. L’ostaggio divenne un semplice asset da spostare.

I giocatori gridarono al downgrade (giustamente), ma col tempo Siege ha trovato la sua identità. Non è diventato il simulatore atmosferico del trailer, ma si è evoluto in uno degli shooter tattici competitivi più profondi e longevi sul mercato. Una bugia visiva che ha portato a una verità ludica solida.

Bestie da Marketing o Semplici Sognatori?

Guardando indietro a questi dieci titoli, emerge un quadro chiaro di come funziona l’industria. A volte le bugie sono maliziose (pensiamo a The Day Before o Aliens), create a tavolino per vendere copie di un prodotto scadente. Altre volte, come in Killzone 2 o Watch Dogs, sono il frutto di un’ambizione smisurata che si scontra con i limiti tecnici della realtà.

Gli sviluppatori volevano creare quel gioco, ma l’hardware ha detto “no”. In un’epoca in cui i preordini dominano il mercato, questi esempi sono un monito fondamentale: il trailer non è il gioco. La “In-Engine Footage” non è gameplay. E finché non vediamo qualcuno col pad in mano giocare dal vivo, l’unica cosa certa è che il marketing sta facendo il suo lavoro: venderci un sogno.

Cosa ne pensate?

E voi? Qual è stata la vostra delusione più grande? Quel gioco che avete aspettato per anni basandovi su un trailer, solo per scoprire che era tutta una farsa? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto, siamo curiosissimi di leggere le vostre storie di cuori infranti videoludicamente parlando.

E se volete evitare altre fregature in futuro, non dimenticate di seguire le nostre recensioni e di iscrivervi al nostro canale YouTube di Top Games Italia, dove analizziamo la realtà dei giochi, pixel per pixel, senza filtri!

Alla prossima, e ricordate: mai preordinare sulla base di un trailer!

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