martedì, Dicembre 23, 2025

Autore

Andrea Dal Zoppo - Lo ZioSen
Andrea Dal Zoppo - Lo ZioSenhttp://www.topgamesitalia.com
Appassionato di videogames in tutte le sue forme dall'età di 6 anni. Appassionato di musica, grafica, doppiaggio e scrittura. Mi puoi trovare su YouTube come Lo ZioSen. Qui, su Top Games Italia, troverete le mie sincere e soggettive opinioni sul mondo videoludico.

Review Opencritic

Open Critic Top Games Italia

I Nostri video

TOP 5 ARTICOLI

ARTICOLI CORRELATI

PUBBLICITÀ

10 Videogiochi per diventare un vero Gamer

Diventare un gamer non significa necessariamente passare ore a studiare build complesse o memorizzare frame data. Si tratta di scoprire mondi, vivere storie e imparare meccaniche che, passo dopo passo, ci trasformano in giocatori più consapevoli. Ogni genere videoludico ha le sue regole, i suoi ritmi, le sue sfide. E per chi si avvicina al gaming per la prima volta, o per chi vuole ampliare i propri orizzonti, abbiamo selezionato dieci titoli che rappresentano al meglio dieci generi diversi.

Questi giochi non sono stati scelti perché facili. Sono stati scelti perché insegnano. Perché accolgono i nuovi giocatori senza spaventarli, ma allo stesso tempo offrono profondità e soddisfazione. Dalle distese infinite di Skyrim alle stanze claustrofobiche di Portal 2, ogni titolo in questa lista è una porta d’ingresso verso un modo diverso di giocare.

The Elder Scrolls V: Skyrim, Quando l’RPG open world ti accoglie a braccia aperte

skyrim 10 videogiochi per diventare un vero gamer e iniziare a giocare

Skyrim non è solo un gioco. È un invito a perdersi. Dal momento in cui sfuggiamo alla nostra esecuzione a Helgen fino all’ultima missione secondaria scoperta per caso parlando con un mercante in una taverna sperduta, questo RPG di Bethesda è l’esempio perfetto di come un mondo di gioco possa sentirsi vivo.

Perché è ideale per chi inizia?

Perché Skyrim non ti giudica. Vuoi essere un guerriero che risolve tutto con l’ascia? Perfetto. Preferisci diventare un mago specializzato in illusioni? Fantastico. Ti piace rubare tutto quello che non è inchiodato al pavimento? Anche quello funziona. La libertà è totale, e il gioco scala la difficoltà in modo naturale. Ci sono le Pietre dei Guardiani subito disponibili per velocizzare la progressione nelle skill che preferiamo, un sistema di combattimento che premia sia l’approccio diretto che quello furtivo, e soprattutto: non esiste un modo sbagliato di giocare.

Il crafting è accessibile ma profondo. L’alchimia, la forgiatura e l’incantamento sono sistemi che all’inizio sembrano complessi, ma che il gioco introduce gradualmente. E quando finalmente forgi la tua prima armatura Daedrica o incanti un’arma con l’assorbimento dell’anima, la soddisfazione è immensa.

Certo, moriremo. Moriremo contro i primi draugr nelle cripte, contro i giganti che lanciano i malcapitati nello spazio, contro i draghi che decidono di attaccarci mentre stiamo solo cercando di raggiungere Whiterun. Ma Skyrim salva spesso, e ogni morte è una lezione: hai attaccato troppo presto, non avevi abbastanza pozioni, dovevi usare quella magia. La curva di apprendimento è gentile, ma mai condiscendente.

Quello che Skyrim insegna

Gestione delle risorse, progressione del personaggio, esplorazione libera, e che va bene fermarsi a raccogliere ogni singolo fiore che troviamo lungo la strada. Perché quello potrebbe essere l’ingrediente che ci salverà la vita nella prossima battaglia.

God of War III: Il tuo primo action brutale

god of war 3 10 videogiochi per diventare un vero gamer e iniziare a giocare

C’è un motivo se God of War III rimane uno degli action game più iconici di sempre. Non è solo per le boss fight epiche contro divinità dell’Olimpo o per le sequenze spettacolari che riempiono lo schermo. È perché insegna ai giocatori a padroneggiare il combattimento in terza persona in un modo che pochi altri titoli riescono a fare.

Perchè è ideale per chi inizia?

Il sistema di combattimento delle Lame del Caos è immediato: quadrato per attacchi leggeri, triangolo per quelli pesanti. Ma dietro questa semplicità si nasconde una profondità sorprendente. Kratos si muove con peso e potenza, ogni colpo ha impatto, e le combo si susseguono con un ritmo che diventa presto naturale. I Quick Time Events, spesso criticati in altri giochi, qui funzionano perfettamente: non sono casuali, ma seguono una logica visiva (i simboli appaiono in posizioni specifiche dello schermo) che rende intuitivo capire quale tasto premere.

Il gioco guida il giocatore passo dopo passo. Iniziamo con poche mosse, e man mano che raccogliamo red orb, sblocchiamo nuove abilità. Non ci viene mai chiesto di padroneggiare tutto subito. Possiamo concentrarci sul nostro stile preferito, investire nelle armi che ci piacciono di più, sperimentare con magie diverse. E quando finalmente lanciamo un nemico in aria, lo juggli con le lame e finiamo con un Army of Sparta devastante, capiamo cosa significa davvero controllare un action game.

God of War III è brutale, sanguinoso, spettacolare. Ma è anche sorprendentemente accessibile. Le difficoltà più basse permettono di godersi la storia senza frustrazione, mentre quelle più alte sfidano anche i veterani. E a differenza di molti Souls-like moderni, qui la morte non è una punizione esistenziale: ci riprova, impara la sequenza, supera l’ostacolo.

Quello che God of War III insegna

Timing dei combattimenti, gestione della stamina (attraverso le Blades), l’importanza di bloccare e schivare, e che ogni boss ha un pattern da imparare. È la palestra perfetta per chi vuole affrontare action game più complessi in futuro.

Stardew Valley: La tranquillità che si trasforma in strategia

stardew valley 10 videogiochi per diventare un vero gamer e iniziare a giocare

A prima vista, Stardew Valley sembra il gioco più rilassante del mondo. Ereditiamo una fattoria fatiscente, ci trasferiamo in campagna, iniziamo a coltivare rape. Cosa potrebbe esserci di complicato?

Poi ci rendiamo conto che ogni giorno dura un tempo limitato. Che dobbiamo pianificare quando piantare i semi in base alla stagione. Che gestire le energie è fondamentale. Che la miniera ha 120 livelli e ogni cinque livelli diventa più difficile. E improvvisamente, quel gioco “rilassante” diventa uno dei migliori esempi di gestione del tempo e delle risorse in gaming.

Perché è ideale per chi inizia?

Stardew Valley è geniale nel suo design. Non spiega tutto subito, ma introduce meccaniche gradualmente. Il primo giorno piantiamo le rape che ci ha regalato il sindaco. Il secondo scopriamo il fishing. Il terzo magari esploriamo il villaggio e parliamo con gli abitanti. Entro la prima settimana, stiamo già ottimizzando il layout della nostra fattoria, pianificando quali crop coltivare per massimizzare il profitto, e considerando se investire in un silo prima di tagliare tutta l’erba.

Il bello è che non esiste un modo sbagliato di giocare. Vogliamo concentrarci solo sull’agricoltura? Perfetto. Preferiamo passare tutto il tempo nella miniera? Funziona. Vogliamo corteggiare tutti gli abitanti del villaggio? Anche quello è valido. Il gioco rispetta le nostre priorità e ci premia per qualsiasi approccio scegliamo.

Non ti perdere i nostri contenuti

Guarda il nostro ultimo video

E quando finalmente sblocchiamo gli sprinkler che innaffiano automaticamente i campi, o quando la nostra prima gallina fa un uovo, o quando completiamo il primo bundle del Community Center, la sensazione di progressione è tangibile. Stardew Valley ci insegna che il gaming non deve essere sempre adrenalina e boss fight. A volte, la soddisfazione più grande arriva dal vedere la propria fattoria crescere, stagione dopo stagione.

Quello che Stardew Valley insegna

 Gestione del tempo, pianificazione a lungo termine, priorità nelle risorse, e che ogni gioco ha ritmi diversi. Qualcuno deve essere affrontato con pazienza, non con frenesia.

Hades: Il roguelike che ti fa amare… morire!

hades 10 videogiochi per diventare un vero gamer e iniziare a giocare

I roguelike hanno una reputazione terribile tra i nuovi giocatori. Permadeath, procedural generation, run che possono durare ore per poi ricominciare da capo. Suona frustrante, vero? Ecco perché Hades è rivoluzionario.

Supergiant Games ha capito una cosa fondamentale: la morte non deve essere una punizione, ma parte della progressione. Quando Zagreus muore (e morirà, tantissimo), non perdiamo tutto. La Darkness che abbiamo raccolto serve per sbloccare upgrade permanenti dallo Specchio nel suo camer a. Le Keys aprono nuove armi. Il Nectar crea legami con gli dei dell’Olimpo che ci danno bonus nelle run successive. E soprattutto, ogni morte fa avanzare la storia.

Perché è ideale per chi inizia?

Il sistema di combattimento è immediato ma profondo. Attacchi base, attacchi speciali, dash per schivare, Cast per attacchi a distanza. Tutto è legato a pochi tasti, ma la combinazione di armi diverse, boon degli dei, e le nostre scelte di build creano infinite possibilità. Vogliamo uno Zeus che potenzia i nostri attacchi con fulmini? Perfetto. Preferiamo Artemis per danni critici devastanti? Ottimo. Ogni run è diversa, e ogni run insegna qualcosa di nuovo.

Ma quello che rende Hades perfetto per i principianti è la God Mode. Non è un trucco, è un’opzione di accessibilità integrata nella narrativa. Ogni volta che moriamo, otteniamo il 2% di riduzione danni, fino a un massimo dell’80%. Non rende il gioco banale, ma permette a chiunque di vedere la storia fino alla fine, mentre impara le meccaniche.

Quello che Hades insegna

Che fallire fa parte del processo. Che ogni tentativo è progressione. Che i roguelike non sono nemici, ma maestri pazienti che ci guidano verso la competenza, una morte alla volta.

Portal 2: Quando i puzzle diventano divertenti

portal 2 10 videogiochi per diventare un vero gamer e iniziare a giocare

Portal 2 è uno di quei giochi che dovrebbero essere studiati nelle scuole di game design. Non scherzo. Perché riesce a insegnare il pensiero tridimensionale, la fisica di base, il problem solving, e la logica spaziale senza mai sembrare una lezione.

Perché è ideale per chi inizia?

Il concetto è semplicissimo: abbiamo una pistola che crea portali. Uno arancione, uno blu. Entriamo da uno, usciamo dall’altro. Ma le possibilità sono infinite. Possiamo usare i portali per raggiungere aree lontane, per reindirizzare laser, per mantenere lo slancio cadendo da un portale in alto e uscendo da uno in basso. Il gioco introduce ogni meccanica una alla volta, ci fa sperimentare in un ambiente sicuro, e poi ci mette alla prova.

La brillantezza di Portal 2 sta nel suo tutorial invisibile. Le prime camere sono così semplici che sembrano banali, ma in realtà stanno programmando il nostro cervello a pensare con i portali. Quando arriviamo alle camere più complesse, quelle che sembravano impossibili all’inizio ora sono intuitive. Abbiamo imparato senza rendercene conto.

E poi c’è GLaDOS. E Wheatley. E Cave Johnson. La scrittura di Portal 2 è così brillante, il senso dell’umorismo così affilato, che anche quando siamo bloccati su un puzzle, vogliamo continuare solo per sentire il prossimo dialogo. Non molti puzzle game possono vantare questo.

Portal 2 è relativamente breve (4-6 ore per la campagna principale), ma ogni minuto è denso di idee. E quando quel portale finale si apre e risolviamo finalmente la camera che ci aveva bloccati per venti minuti, la soddisfazione è quella di chi ha veramente capito qualcosa di nuovo.

Quello che Portal 2 insegna

Pensiero spaziale, problem solving, fisica di base, e che i puzzle game non devono essere noiosi. Possono essere divertenti, narrativi, e sorprendentemente profondi.

Final Fantasy VII Remake è Il JRPG che si trasforma in action

final fantasy vii remake 10 videogiochi per diventare un vero gamer e iniziare a giocare

I JRPG hanno sempre avuto un problema con i nuovi giocatori: i combattimenti a turni. Per quanto strategici, per quanto profondi, molti li trovano lenti, antiquati. Square Enix lo sapeva, e con Final Fantasy VII Remake ha fatto qualcosa di rivoluzionario: ha fuso action e strategia in un sistema ibrido che funziona meravigliosamente.

Perché è ideale per chi inizia?

Il combattimento è in tempo reale. Ci muoviamo liberamente, attacchiamo con quadrato, schiviamo, blocchiamo. Ma gli attacchi normali servono principalmente a riempire le barre ATB, e quando quelle sono piene, il gioco si trasforma in qualcosa di più strategico. Possiamo mettere in pausa aprendo il menu comandi, scegliere magie, abilità, oggetti. È come avere la tattica dei JRPG classici con la dinamicità di un action game.

Il sistema di Stagger è geniale. Ogni nemico ha una barra di pressione che si riempie colpendolo con attacchi ed elementi a cui è debole. Quando la barra si riempie, entra in uno stato di Stagger dove prende danni aumentati e non può attaccare. È un sistema che premia la preparazione e la conoscenza dei nemici, esattamente come i migliori JRPG.

E poi c’è il sistema di Materia, che permette una personalizzazione incredibile. Vogliamo fare di Cloud un tank che assorbe danni? Possibile. Preferiamo Tifa come damage dealer puro? Funziona. Aerith come support healer? Ovvio. Ogni personaggio è flessibile, e sperimentare con le Materia per creare build efficaci è una delle gioie del gioco.

La modalità Classic permette a chi vuole un’esperienza più tradizionale di avere attacchi e difese gestiti dall’AI, concentrandosi solo sui comandi strategici. È un’opzione di accessibilità che dimostra quanto Square Enix ci tenesse a rendere questo gioco per tutti.

Quello che Final Fantasy VII Remake insegna

Che i JRPG possono essere dinamici. Che strategia e azione non sono incompatibili. E che anche un gioco con meccaniche complesse può essere accessibile se progettato bene.

Elden Ring: Il Soulslike che ti lascia scegliere

elden ring 10 videogiochi per diventare un vero gamer e iniziare a giocare

Aspettate, Elden Ring in una lista per principianti? Il gioco noto per la sua difficoltà brutale? Sì. Ed ecco perché.

Elden Ring ha rivoluzionato la formula Souls facendo una cosa semplice ma fondamentale: ha abbracciato l’open world. Nei giochi precedenti di FromSoftware, se trovavi un boss troppo difficile, le tue opzioni erano limitate. Potevi grindare un po’, certo, ma fondamentalmente dovevi superare quell’ostacolo per procedere. Elden Ring dice: “Vedi quel boss che ti sta distruggendo? Vai da un’altra parte. C’è un intero mondo là fuori.”

Perché è ideale per chi inizia?

Questo cambia tutto. Margit ci distrugge per la ventesima volta? Possiamo esplorare Limgrave, trovare dungeon, livellare, ottenere armi migliori, evocare Spirit Ashes più potenti. E quando torniamo, saremo più forti, più preparati, e con più strumenti a disposizione.

Gli Spirit Ashes sono l’altra grande innovazione per l’accessibilità. Sono evocazioni che ci assistono in battaglia, attirando l’attenzione dei nemici e dandoci respiro per curarci o attaccare. Non sono cheat: sono parte integrante del game design. E per un giocatore nuovo ai Souls-like, fanno la differenza tra la frustrazione e il divertimento.

Il combattimento rimane impegnativo. Dodge roll, stamina management, timing dei parry. Ma Elden Ring offre così tante build diverse che ognuno può trovare il suo stile. Vuoi essere un mago che fa tutto da lontano? Funziona. Preferisci un guerriero pesante con scudo? Perfetto. Ti piace il bleeding build con katane? Devastante.

E quando finalmente sconfiggiamo quel boss che ci sembrava impossibile, la sensazione è indescrivibile. Non è il gioco che è diventato più facile. Siamo noi che siamo diventati più bravi.

Quello che Elden Ring insegna

Perseveranza. Pattern recognition. Gestione della stamina. E soprattutto, che “difficile” non significa “impossibile”. Significa solo che dobbiamo imparare.

Civilization VI e la strategia a turni che divora i weekend

civilization 6 10 videogiochi per diventare un vero gamer e iniziare a giocare

“Solo un altro turno.” Questa è la promessa (e la maledizione) di Civilization VI. È mezzanotte, domani dobbiamo svegliarci presto, ma Montezuma sta ammassando truppe al confine e vogliamo solo vedere se riusciamo a completare quella meraviglia prima che lo faccia Gandhi. Tre ore dopo, è alba.

Perché è ideale per chi inizia?

Civilization VI è l’esempio perfetto di come la strategia a turni possa essere accessibile e profondissima allo stesso tempo. All’inizio, tutto è semplice: fondiamo una città, costruiamo uno scout, esploriamo. Ma ogni decisione ha conseguenze a lungo termine. Dove costruiamo i distretti? Quali tecnologie ricerchiamo? Con chi stringiamo alleanze?

Il tutorial in-game è eccellente. Ci guida passo passo attraverso i primi turni, spiegando ogni meccanica quando diventa rilevante. Non ci sommerge di informazioni subito. E la difficoltà Principe è bilanciata perfettamente per chi sta imparando: abbastanza sfidante da richiedere attenzione, ma non così punitiva da scoraggiare.

Quello che rende Civilization VI perfetto per i principianti è la varietà di modi per vincere. Dominazione militare, ovvio, ma anche vittoria scientifica (raggiungiamo Marte!), culturale (attiriamo più turisti di tutti), religiosa (convertiamo il mondo), o diplomatica. Ognuna richiede strategie completamente diverse, e possiamo sperimentare senza sentirci obbligati a un unico percorso.

E poi ci sono i sistemi di Eureka e Ispirazione, che incentivano il gameplay organico. Costruisci tre arcieri? Ricerca sbloccata più veloce. Raccogli tre risorse strategiche? Tecnologia potenziata. Il gioco premia chi gioca attivamente invece di chi preme solo “fine turno”.

Quello che Civilization VI insegna

Pianificazione strategica. Gestione di risorse multiple. Diplomazia. E che nella strategia, pensare tre mosse avanti è più importante che reagire al momento.

Full Throttle è l’avventura punta e clicca che diventa cinema

full throttle 10 videogiochi per diventare un vero gamer e iniziare a giocare

Negli anni ’90, LucasArts era sinonimo di qualità nelle avventure grafiche. E Full Throttle, diretto da Tim Schafer, è uno dei loro capolavori. Ma non è solo un classico nostalgico: è ancora oggi uno dei migliori esempi di come un’avventura grafica debba essere progettata.

Perché è ideale per chi inizia?

Full Throttle è breve (3-5 ore), lineare, e con puzzle relativamente semplici. E questo è un pregio, non un difetto. Perché il gioco non cerca di bloccare il giocatore con enigmi impossibili tipo “usa il criceto sul tubo del fax” che rendevano frustranti le avventure Sierra. I puzzle di Full Throttle hanno senso nel contesto. Ben è il leader di una gang di motociclisti duri. Non passa ore a combinare oggetti random: se c’è una porta chiusa, la sfonda a calci.

L’interfaccia è pulita e intuitiva. Teniamo premuto il mouse su un oggetto, appare un teschio fiammeggiante con quattro opzioni: pugno (usa/colpisci), occhio (esamina), lingua (parla/assaggia), stivale (calcia). Non ci sono trenta verbi da ricordare. Quattro azioni che coprono tutto quello che serve fare.

Ma dove Full Throttle brilla davvero è nella presentazione. Il doppiaggio è superlativo (con nientemeno che Mark Hamill come antagonista), la colonna sonora dei Gone Jackals è perfetta, e l’arte di Peter Chan ispirata a Hellboy crea un’atmosfera unica. Le scene d’azione su moto, anche se semplici, spezzano il ritmo e fanno sentire Full Throttle come qualcosa di più di un’avventura statica.

La remastered di Double Fine del 2017 rende il gioco accessibile su piattaforme moderne, con grafica aggiornata ma la possibilità di switchare ai pixel art originali in qualsiasi momento. Per chi non ha mai giocato un’avventura grafica, Full Throttle è la porta d’ingresso perfetta: abbastanza breve da non scoraggiare, abbastanza ben scritto da rimanere impresso, abbastanza pulito nel design da non frustrare.

Quello che Full Throttle insegna

Che le avventure grafiche non devono essere torture logiche. Che una buona storia e personaggi memorabili possono portare un gioco da buono a indimenticabile. E che Tim Schafer è un genio.

Dragon Ball FighterZ: Il picchiaduro che ti fa sentire un pro in cinque minuti

dragon ball fighterz 10 videogiochi per diventare un vero gamer e iniziare a giocare

I fighting game hanno un problema: la curva di apprendimento è ripidissima. Frame data, cancellazioni, just frame, input complessi. Per un nuovo giocatore, guardare un match competitivo di Street Fighter o Tekken è come vedere stregoneria. Dragon Ball FighterZ ha deciso di risolvere questo problema nel modo più elegante possibile: rendere le cose spettacolari anche quando sei un principiante.

Perché è ideale per chi inizia?

Gli Auto Combo sono la genialata che cambia tutto. Premi ripetutamente quadrato? Il personaggio fa una combo che finisce con un super. Premi triangolo? Altra combo, diversa. Non servono input da quarter-circle con timing perfetto. Funziona e basta. Ovviamente i giocatori avanzati costruiranno combo manuali più efficienti, ma per iniziare, gli Auto Combo ci permettono di sentirci potenti subito.

Il Super Dash semplifica l’approccio. Un tasto, e il nostro personaggio vola verso l’avversario attraverso i projectile. Il Vanish ci teletrasporta dietro l’avversario per estendere le combo. Il Dragon Rush è un grab semplice ma efficace. Ogni meccanica ha un purpose chiaro e i comandi sono consistenti per tutti i 40+ personaggi del roster.

Ma la vera magia di DBFZ è nel sistema di tag team. Scegliamo tre personaggi, possiamo switchare in qualsiasi momento, chiamare assist per estendere le combo o salvarci da situazioni difficili. Questo aggiunge profondità strategica senza aggiungere complessità nei controlli. E se un personaggio sta per morire, possiamo switcharlo out per rigenerare la barra blu della salute.

Il tutorial è completo, le Combo Challenges ci insegnano le mosse specifiche di ogni personaggio, e la modalità Storia è un ottimo modo per familiarizzare con il roster senza la pressione del multiplayer. E quando finalmente entriamo online, anche perdere è educativo, perché DBFZ ha un sistema di replay che ci permette di rivedere i match e capire dove abbiamo sbagliato.

Quello che Dragon Ball FighterZ insegna

Spacing, timing, quando bloccare e quando attaccare, gestione di un team, e che i fighting game non devono per forza essere incomprensibili. A volte, possono essere colorati, spettacolari, e divertenti fin dal primo match.

Dieci porte, un unico viaggio

Questi dieci giochi rappresentano dieci modi diversi di giocare. Dieci filosofie di game design. Dieci lezioni che, una volta imparate, si applicano a centinaia di altri titoli.

Skyrim ci insegna la libertà. God of War III il ritmo dell’azione. Stardew Valley la pazienza e la pianificazione. Hades che fallire è progredire. Portal 2 il pensiero laterale. Final Fantasy VII Remake la fusione di generi. Elden Ring la perseveranza. Civilization VI la strategia a lungo termine. Full Throttle la narrativa interattiva. Dragon Ball FighterZ la gioia pura del combattimento.

Nessuno di questi giochi è “facile”. Ma tutti sono accessibili. Tutti accolgono. Tutti insegnano. E tutti, a loro modo, ci trasformano in giocatori migliori.

Perché diventare un gamer non significa padroneggiare tutti i giochi. Significa capire i linguaggi del gaming, riconoscere i pattern, imparare a leggere quello che i designer stanno cercando di dirci attraverso le meccaniche. È come imparare una nuova lingua: all’inizio sembra impossibile, poi iniziano ad avere senso le parole base, e improvvisamente stiamo parlando fluentemente.

Questi dieci giochi sono il nostro corso di lingua. Dopo averli giocati, non saremo esperti di tutto. Ma avremo gli strumenti per affrontare qualsiasi sfida il gaming possa lanc iarci. E soprattutto, avremo scoperto che il gaming non è un club esclusivo per hardcore player. È per chiunque sia disposto a premere Start e vedere dove porta il viaggio.

Ora sta a noi scegliere quale porta aprire per prima.

Se questo articolo ti è stato utile, non dimenticare di iscriverti al nostro canale YouTube ufficiale: Top Games Italia. Troverai recensioni, gameplay, guide e tantissimi altri contenuti sul mondo videoludico. Ci vediamo lì! Ma se adori le nostre classifiche, non possiamo che consigliarti i 10 Videogiochi che dimostrano il valore degli studi Italiani!

I VIDEOGIOCHI CONSIGLIATI DELLA SETTIMANA

Tuo da 54,99€

Compra ora!

Tuo da 73,99€

Compra ora!

Tuo da 31,72€

Compra ora!

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome qui

Articoli popolari

Indice articolo