martedì, Ottobre 7, 2025
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Andrea Volpi - Top Games
Andrea Volpi - Top Gameshttps://topgamesitalia.com
Sono Andrea Volpi, appassionato di videogiochi e tecnologia fin da bambino. Top Games è per me uno sfogo e un modo per comunicare raccontando la mia esperienza nel mondo dei videogiochi in maniera molto personale e soggettiva.

RECENSIONE IN BREVE

Questa recensione definisce Indiana Jones e l’antico cerchio un'ambiziosa e fedele trasposizione dello spirito dei film, che cattura perfettamente il fascino dell'iconico archeologo. Il titolo eccelle per le sue magnifiche ambientazioni e, soprattutto, per i suoi enigmi ben congegnati, considerati il vero punto di forza.

L'esperienza originale era però minata da controlli legnosi, bug tecnici e un ritmo spezzato da lunghe cutscene. Il DLC L'Ordine dei Giganti risolve gran parte dei problemi tecnici, concentrandosi saggiamente sull'esplorazione e sui puzzle. Tuttavia, l'IA nemica resta un grande punto debole e la trama del DLC è troppo breve e superficiale per lasciare il segno.

Nonostante i difetti, il gioco è considerato un "capolavoro mancato", un'avventura imperdibile per i fan che mescola con successo azione, stealth ed esplorazione in un'opera ricca di potenziale.

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Recensione Indiana Jones e l’Antico Cerchio sembra un film

La Recensione Indiana Jones e l’Antico Cerchio porta subito la mente verso un universo di avventure esotiche, misteri archeologici, colpi di scena e personaggi iconici che hanno segnato intere generazioni di spettatori. Indiana Jones è un nome che evoca immediatamente le atmosfere dei film di Steven Spielberg, con Harrison Ford a incarnare il coraggioso archeologo armato di frusta e cappello fedora. Un eroe che, dal 1981 con “I predatori dell’Arca perduta”, ha segnato la storia del cinema e della cultura popolare, dettando i canoni del film d’avventura per decenni.

Oggi, quegli stessi elementi vengono ripresi, rivisitati e riforgiati in un contesto tecnologicamente avanzato, grazie allo sforzo congiunto di MachineGames e Bethesda. Sotto l’egida della famiglia Xbox, i due studi hanno deciso di cimentarsi in una missione apparentemente impossibile: trasporre in videogioco lo spirito autentico di Indiana Jones, condendo la formula con elementi di gameplay moderni, mondi aperti, enigmi complessi e meccaniche stealth e d’azione capaci di soddisfare i gusti di un pubblico contemporaneo.

Il risultato di questa impresa è Indiana Jones e l’antico cerchio, un titolo che si promette di essere la massima espressione videoludica delle avventure di Indy. Una produzione attesissima, che ha generato grandi aspettative fin dai primi teaser, non solo per il fascino del brand, ma anche per il pedigree degli sviluppatori. La domanda, a questo punto, è una sola: sono riusciti a creare un’esperienza degna dell’eredità cinematografica del personaggio?

Questa recensione, basata su una lunga e attenta prova del gioco, cercherà di rispondere con dovizia di dettagli, esplorando ogni aspetto: dalla qualità tecnica alle ambientazioni, dal gameplay alla narrazione, fino ad arrivare alla valutazione finale.

Il peso dei film di Indiana Jones

Prima di entrare nel vivo del gameplay, è utile soffermarsi sull’importanza storica e culturale del marchio Indiana Jones. Nato dalla collaborazione tra Steven Spielberg e George Lucas, il personaggio di Indy è stato interpretato da un iconico Harrison Ford, divenuto una leggenda del cinema grazie a una serie di film che hanno conquistato milioni di appassionati: I predatori dell’Arca perduta (1981), Indiana Jones e il tempio maledetto (1984), Indiana Jones e l’ultima crociata (1989), Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008) e, più recentemente, Indiana Jones e il quadrante del destino (2023).

Sebbene non tutti gli episodi successivi alla trilogia originale siano stati accolti con lo stesso entusiasmo, il fascino del personaggio rimane intatto: Indy è l’incarnazione dell’avventuriero colto e ironico, capace di affrontare nazisti, pericoli sovrannaturali e misteri millenari con la stessa disinvoltura con cui sfodera la frusta. Trasporre questo immaginario in un videogioco moderno, rispettando lo spirito originale, è una sfida titanica. Lo studio MachineGames, già noto per aver rinverdito con successo il marchio Wolfenstein, e Bethesda, leggenda del settore, hanno accolto la sfida.

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Trama e ambientazione tra fedeltà e nuovi orizzonti

Una nuova avventura per un eroe senza tempo – Recensione Indiana Jones e l’Antico Cerchio

La storia di Indiana Jones e l’antico cerchio si colloca cronologicamente subito dopo I predatori dell’Arca perduta. Siamo quindi nell’età d’oro di Indy, quando l’archeologo non ha ancora subito il peso degli anni e delle disillusioni, ed è immerso in un mondo pre-seconda guerra mondiale, ancora denso di segreti inconfessabili. Al centro della vicenda vi è l’Antico Cerchio, un artefatto misterioso e potentissimo, bramato ovviamente dai Nazisti. Questi ultimi vedono nell’oggetto un potenziale strumento di potere, in grado di capovolgere le sorti della storia.

Indy, supportato da un cast di personaggi ben caratterizzati, si lancerà in una corsa contro il tempo per impedire che l’Antico Cerchio finisca nelle mani sbagliate. La narrazione mescola abilmente gli elementi classici dei film, come l’umorismo brillante di Jones, la dimensione epica delle sue scoperte e i colpi di scena ben calibrati, con un approccio più moderno e stratificato. Il risultato è una trama che, pur ricordando i lungometraggi, non teme di introdurre novità e personaggi originali, arricchendo la mitologia del brand.

I luoghi dell’avventura di Indiana Jones e l’antico cerchio

Uno dei punti di forza di Indiana Jones e l’antico cerchio è la qualità delle ambientazioni. Dalle giungle sudamericane alle cripte sotterranee dell’Europa centrale, ogni scenario è ricostruito con una cura maniacale per il dettaglio artistico. MachineGames ha saputo cogliere l’essenza dei film: colori caldi, luci che filtrano tra piante rigogliose, sentieri sabbiosi che conducono a templi perduti, rovine con geroglifici da decifrare, e un’intensa sensazione di trovarsi all’interno di un film d’avventura anni ‘80. Solo che, stavolta, siamo noi a impugnare il controller e a vivere in prima persona l’esperienza.

indiana jones e l'antico cerchio recensione completa del videogioco

In particolare, le tombe e i templi sotterranei superano talvolta persino la suggestione dei film originali. La grafica di nuova generazione permette di enfatizzare giochi di luce, riflessi e materiali, offrendo al giocatore un impatto visivo notevole. Gli sviluppatori non hanno trascurato neanche i minimi dettagli: dalle incisioni sulle pareti, agli oggetti antichi sparsi in giro, ogni elemento narra una storia. Ci si sente davvero archeologi, pronti a raccogliere indizi e scoprire segreti millenari.

Screenshot dal Gameplay di Indiana Jones e l’Antico Cerchio su PC

Gameplay tra azione, stealth ed enigmi archeologici

Un mix di generi e ispirazioni

La parte più delicata di questa Recensione Indiana Jones e l’antico cerchio è probabilmente il gameplay, fulcro dell’esperienza videoludica. Gli sviluppatori si sono ispirati a vari titoli, cercando di creare una sintesi di alcuni elementi vincenti. La componente stealth, con travestimenti, distrazioni e movimenti silenziosi, ricorda da vicino la formula di Hitman. L’azione, scandita da sparatorie e rissa da taverna, richiama i titoli action in prima persona di stampo classico. L’esplorazione, infine, rimanda a giochi come Tomb Raider o Uncharted, ma con la peculiarità della visuale in prima persona e un taglio più storico e ragionato.

Stealth la via dell’ombra – Recensione Indiana Jones e l’Antico Cerchio

Indiana Jones e l’antico cerchio dà al giocatore la possibilità di affrontare molte situazioni senza farsi notare. Trascinando i nemici alle spalle, usando oggetti per distrarli, approfittando di travestimenti trovati in giro, si possono superare intere aree senza sparare un colpo. Il level design supporta questa scelta, offrendo percorsi alternativi, nascondigli e schemi di pattugliamento complessi. L’intelligenza artificiale dei nemici, pur con qualche difetto, sa reagire alle nostre mosse, mettendoci alla prova con pattugliamenti sempre più attenti.

Azione con frusta e pistola in pugno

D’altra parte, Indiana Jones non è certo un eroe che teme il confronto diretto. Le scazzottate sono un marchio di fabbrica dei film, e lo stesso vale nel videogioco. Affrontare i soldati nemici a suon di pugni è divertente e restituisce la sensazione di trovarsi al centro di una scena d’azione classica. Il sistema di combattimento non è profondo come quello di un picchiaduro, ma regge bene il ritmo e l’atmosfera.

Quando la situazione si fa più critica, estrarre la pistola diventa un’opzione rapida ed efficace, soprattutto se si approfitta di momenti inattesi per sparare un solo colpo letale. L’uso della frusta, iconico simbolo di Indy, rappresenta il tocco finale, consentendo di afferrare oggetti, bilanciare piattaforme, e talvolta disarmare i nemici.

Esplorazione e arrampicate, il lato avventuroso del gameplay

L’esplorazione è il cuore dell’esperienza. Ogni area è ricca di passaggi segreti, tesori da scovare, collezionabili, documenti storici che approfondiscono la lore. Le mappe sono vaste, non necessariamente open-world complete, ma comunque ampie e ricche di percorsi. Ci si trova spesso a tornare sui propri passi, ad aprire porte precedentemente inaccessibili, a scalare pareti o a sfruttare la frusta come una liana.

Qui emergono alcuni problemi legati ai controlli, talvolta legnosi e poco precisi. Capita di cadere da una sporgenza per un salto mal registrato, o di non riuscire ad agganciare la frusta al punto desiderato. Sono difetti che possono interrompere il flusso di gioco e far innervosire, ma fortunatamente la componente esplorativa non si riduce solo a queste sezioni.

Enigmi e puzzle ambientali la vera anima archeologica

Il punto di forza del gameplay, forse il più riuscito, è rappresentato dagli enigmi. Gli sviluppatori hanno saputo creare puzzle logici e ambientali di grande varietà: dalla decifrazione di iscrizioni antiche all’allineamento di simboli, dal posizionamento di leve nascoste fino a meccanismi complessi che richiedono di interpretare correttamente indizi sparsi in tutto lo scenario.

Questi momenti sono l’essenza dell’archeologia d’avventura: senza superpoteri o abilità sovrannaturali, Indy fa affidamento sul proprio ingegno e sulla capacità di osservare. I puzzle non risultano mai frustranti, ma neanche banali: il livello di difficoltà è ben calibrato, invogliando il giocatore a esplorare e riflettere senza eccessiva fatica.

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Progressione del personaggio

Indiana Jones e l’antico cerchio offre anche un interessante sistema di progressione. Trovando libri o raccogliendo punti esplorando il mondo, è possibile sbloccare nuove abilità, migliorare la resistenza di Indy, aumentare la sua agilità o conferire bonus ai combattimenti. Non si tratta di un GdR a tutti gli effetti, ma di un sistema che permette di personalizzare leggermente il proprio stile. Chi preferisce l’approccio stealth potrà potenziare la furtività, mentre chi ama l’azione diretta valorizzerà resistenza e forza.

Qualità tecnica e comparto artistico

Grafica e direzione artistica

Dal punto di vista visivo, Indiana Jones e l’antico cerchio è notevole. La cura riposta nella ricostruzione di location iconiche e di scenari inediti si riflette in texture ad alta definizione, effetti di luce realistici e modelli poligonali convincenti. Non siamo di fronte a un fotorealismo assoluto, ma l’atmosfera è perfetta: il gioco sembra letteralmente trasportare il giocatore all’interno di un film di Indy, con tombe illuminate da torce tremolanti, foreste lussureggianti, villaggi polverosi e ambienti urbani ricchi di dettagli storici.

Le cutscene sono dirette con maestria, richiamando lo stile cinematografico della saga. Angoli di ripresa, inquadrature e movimenti di camera suggeriscono un approccio molto vicino a quello dei grandi maestri hollywoodiani. Anche la colonna sonora, ricca di rimandi ai temi di John Williams, accompagna con eleganza le nostre scoperte e le nostre fughe precipitose.

Narrazione e ritmo di gioco Recensione Indiana Jones e l’antico cerchio

Equilibrio tra cutscene e gameplay

La narrazione di Indiana Jones e l’antico cerchio è solida, ben scritta, e rispetta lo spirito dei film. Tuttavia, non mancano alcune criticità. Le cutscene, per quanto eccellenti dal punto di vista registico, risultano in certi frangenti troppo lunghe, interrompendo il flusso dell’azione. A volte, posare il controller e guardare per diversi minuti una scena può spezzare il ritmo, soprattutto se si è immersi in una sequenza di puzzle impegnativi o inseguimenti mozzafiato.

Allo stesso modo, i dialoghi in-game sono spesso sovrapposti. Se si innesca una conversazione mentre un’altra è ancora in corso, il gioco tende a sovrascrivere la precedente, impedendo di seguire completamente quanto detto. Questo è un peccato, considerato il valore narrativo di molti dialoghi secondari, che arricchiscono la storia con retroscena interessanti. Sarebbe auspicabile un sistema di gestione dei dialoghi più chiaro, magari con la possibilità di riascoltarli dal taccuino o da un menu dedicato.

Longevità e fattore rigiocabilità

La campagna principale può essere completata in circa 20-30 ore, a seconda del grado di esplorazione e dal tempo investito nella ricerca di collezionabili e missioni secondarie. Considerando la quantità di enigmi, passaggi segreti e possibili approcci alle aree, il fattore rigiocabilità è discreto. Ripercorrere una sezione in stealth anziché in azione diretta, o provare a risolvere enigmi ignorati durante la prima run, può allungare la vita del gioco e stimolare a raggiungere la percentuale massima di completamento.

Indiana Jones nel panorama videoludico un confronto inevitabile

Molti si chiederanno se Indiana Jones e l’antico cerchio riesca a surclassare titoli avventurosi come Uncharted o Tomb Raider. La risposta è complessa. Da un lato, il gioco di MachineGames e Bethesda cerca di differenziarsi, puntando su un approccio meno cinematografico e lineare rispetto a “Uncharted” e su un taglio meno survival rispetto a Tomb Raider. Dall’altro, la presenza di bug e problemi tecnici non gli permette di superare i mostri sacri del genere sotto ogni aspetto.

Tuttavia, per i fan di Indiana Jones, questa è probabilmente l’esperienza definitiva. L’atmosfera, la cura nei dettagli storici, il tono narrativo e la presenza di riferimenti ai film originali lo rendono un titolo imprescindibile. È come vedere un nuovo film di Indy, solo che stavolta sei tu a muoverlo, a decidere come affrontare le sfide, a scoprire i segreti che il mondo di gioco cela.

Valutazione finale tra potenziale e realizzazione

Indiana Jones e l’antico cerchio è un titolo che, al netto dei difetti tecnici, riesce a trasmettere il fascino intramontabile del personaggio di Indy e del suo universo narrativo. La storia è coinvolgente, le ambientazioni sono magnifiche, il gameplay è vario e ricco di spunti. Gli enigmi brillano per qualità e originalità, l’atmosfera riecheggia i film classici e la caratterizzazione di Indiana Jones è all’altezza del mito.

Se non fosse per i bug, i problemi di performance e qualche scelta discutibile nella gestione delle cutscene e dei dialoghi, ci troveremmo davanti a un capolavoro. Così com’è, il gioco merita comunque una valutazione molto positiva, confidando nel fatto che gli sviluppatori lavoreranno sodo per risolvere i problemi di gioventù. Il titolo ha la stoffa per entrare nel cuore dei fan e rimanervi a lungo, magari con l’aiuto di qualche patch correttiva.

Considerazioni finali un passo avanti per il brand

Questa Recensione Indiana Jones e l’antico cerchio mette in luce come il videogioco abbia la straordinaria capacità di immortalare il mito di Indy, riportandolo ai fasti degli anni ’80 senza i limiti imposti dall’invecchiamento degli attori o dai ripensamenti narrativi dei sequel cinematografici. Il medium interattivo consente di esplorare a fondo i misteri archeologici, di spostare l’attenzione dal semplice spettacolo visivo alla deduzione, all’ingegno, alla curiosità del giocatore.

In un momento storico in cui i grandi marchi del cinema faticano a trovare nuovi slanci, questa produzione videoludica dimostra che l’universo di Indiana Jones è ancora vivo e pronto a raccontare storie coinvolgenti. Non sappiamo se il futuro ci riserverà ulteriori capitoli, ma Indiana Jones e l’antico cerchio è già un ottimo punto di partenza, un tesoro che i fan dell’archeologo più famoso del mondo vorranno custodire gelosamente.

Il DLC di Indiana Jones è finalmente arrivato

A quasi un anno dal suo debutto, Indiana Jones e l’Antico Cerchio torna a schioccare la frusta con un DLC molto atteso: L’Ordine dei Giganti. Machine Games ci riporta a metà della campagna principale per una nuova avventura che sposta l’azione dai deserti polverosi ai meandri oscuri di Roma.

In compagnia dell’inedito duo composto da Padre Ricci e il suo pappagallo Pio, eravamo pronti a tuffarci a capofitto in questo nuovo capitolo, sperando che gli sviluppatori avessero non solo ampliato l’universo di Indy, ma anche limato le imperfezioni del gioco base. La buona notizia? Ci sono riusciti, almeno in parte.

Un Titolo Finalmente Rifinito: Addio ai Bug

Partiamo dal più grande elefante nella stanza della versione originale: la stabilità tecnica. Chi ha giocato Indiana Jones e l’Antico Cerchio al lancio ricorderà una vera e propria piaga di bug, tra cadute nel vuoto, compenetrazioni poligonali e glitch assortiti. Con L’Ordine dei Giganti, possiamo tirare un sospiro di sollievo.

Il lavoro di pulizia è eccezionale. Durante la nostra prova nei sotterranei di Roma, non abbiamo riscontrato alcun problema tecnico. L’esperienza è fluida, solida e finalmente all’altezza delle aspettative. Questo DLC non è solo un contenuto aggiuntivo, ma anche la patch definitiva che il gioco meritava fin dall’inizio.

IA Nemica Il Tallone d’Achille Persiste

Se sul fronte tecnico i passi avanti sono da gigante, lo stesso non si può dire per l’intelligenza artificiale. L’IA dei nemici resta il vero, grande punto debole dell’esperienza. I problemi sono esattamente gli stessi del gioco base: guardie miopi che non ti notano a un palmo dal naso, avversari passivi che attendono il loro turno per essere sconfitti e una generale incapacità di reagire agli stimoli ambientali.

Questo è un peccato mortale, perché il sistema di combattimento di Indiana Jones e l’Antico Cerchio è divertente, fisico e ricco di opzioni. Purtroppo, a causa di un’IA così carente, ogni scontro si trasforma in un semplice “compitino” da sbrigare tra una fase esplorativa e l’altra, senza mai offrire una sfida reale o stimolante.

Meno Frusta, Più Avventura: Il Cuore Esplorativo del DLC

Fortunatamente, Machine Games sembra consapevole di questo limite e ha saggiamente spostato il focus del DLC. L’Ordine dei Giganti riduce drasticamente il numero di combattimenti per concentrarsi su ciò che il gioco sa fare meglio: l’avventura pura.

Preparatevi a calarvi nella Cloaca Maxima di Roma, un labirinto sotterraneo che diventa il vero protagonista dell’espansione. Il gameplay è un trionfo di esplorazione, sezioni di arrampicata ben congegnate e, soprattutto, enigmi di ottima fattura. Risolvere i puzzle ambientali, magari per svelare uno studio segreto nel dlc o per superare una sala complessa come l’ipotetica stanza dell’enigma del serpente, restituisce quel sapore classico e appagante che ogni fan di Indiana Jones ricerca. Questa virata verso l’avventura è la scelta più azzeccata del pacchetto.

Una Trama Stroncata sul Nascere

Sulla carta, la premessa narrativa è intrigante: approfondire la misteriosa figura dei Giganti, appena accennata nel gioco principale. La realtà, però, è un’altra. Con una durata di circa 2 ore, il DLC non ha semplicemente il tempo materiale per sviluppare una trama coinvolgente.

Il racconto procede a un ritmo forsennato, quasi affannato, inanellando qualche cliché tipico del genere e affidando la narrazione a una manciata di dialoghi e a una cutscene finale. Si ha la costante sensazione di un’occasione mancata, di un potenziale enorme che viene sacrificato sull’altare di una longevità troppo risicata per lasciare il segno.

Conclusione recensione Indiana Jones e l’Antico Cerchio + DLC

In conclusione, Indiana Jones e l’antico cerchio è un’opera ambiziosa, una dichiarazione d’amore al personaggio e al suo mito. Non è perfetta, e le pecche tecniche la allontanano da uno status leggendario. Tuttavia, rimane una delle migliori trasposizioni videoludiche di un marchio cinematografico di spicco. Tra esplorazioni appassionanti, enigmi ben congegnati, atmosfera genuinamente avventurosa e un protagonista che sembra essere uscito da un film d’epoca, il risultato è un gioco imperdibile per i fan e consigliato a chiunque cerchi un’avventura coinvolgente.

La speranza è che le patch future limino i difetti e che questa produzione possa aprire la strada a un nuovo filone di titoli ispirati all’archeologo più famoso del cinema. Che siate cresciuti con le pellicole di Harrison Ford o che siate semplicemente in cerca di un gioco di qualità, credo che dopo questa recensione Indiana Jones e l’antico cerchio, il titolo meriti la vostra attenzione. Una recensione che punta a sottolineare come, nonostante i problemi, ci troviamo di fronte a un potenziale punto di riferimento per l’intero panorama videoludico d’avventura.

Indiana Jones e l’Antico Cerchio: L’Ordine dei Giganti è un DLC dalle due facce. Da un lato, offre un’esperienza di gioco tecnicamente rifinita e si concentra sugli aspetti più riusciti del titolo base, ovvero l’esplorazione e gli enigmi. Dall’altro, delude per una trama superficiale e una durata che lascia l’amaro in bocca.

Mi raccomando, segui i contenuti anche sul canale Youtube e se cerchi un aiuto per iniziare Dark Souls 3, qui trovi una piccola guida, grazie per aver letto Recensione Indiana Jones e l’Antico Cerchio e al prossimo articolo, sempre qui su Top Games Italia.

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